Quando analizzo la politica del mio Paese, non
ho l’abitudine di schierarmi...il mio scopo è sempre quello di trovare delle
riposte utili per la ricerca del nuovo. La mia osservazione sulla nuova elezione
del Presidente, non si pone…quindi, come una critica alle figure proposte, ma
analizza le opportunità, il momento storico ed il metodo con cui si affronta.
Con l’elezione di Prodi alla Presidenza della Repubblica…si
mette definitivamente fine a qualunque dialogo con una parte della politica del
nostro Paese. Forse ancora peggio!… si può scatenare una reazione a catena nella
dialettica politica sempre più segnata da altre illogiche posizioni… poiché la
stessa figura del Professore, rappresenta un passato costruito sul modello che si vorrebbe
cambiare. Un trascorso che ha visto, nel fallimentare bipolarismo, violente contrapposizioni
(ideologiche, politiche e figurative) che hanno generato perenni conflitti…conducendo al collasso
lo stesso sistema.
Prodi ha sempre rappresentato l’avversario simbolo del
partito del Cavaliere. Sarebbe stato più prudente non tirare in ballo questa
figura come l’assurda provocazione di un partito (il PD) che sembra sgretolarsi
giorno per giorno nell’affannosa ricerca di nuove figure e nuove idee.
Con l’elezione di Prodi… la reazione del mondo politico
interno al Paese non potrà che far crescere il consenso dello
stesso Berlusconi e dei proseliti che gli girano attorno….avendo ulteriori
giustificazioni per portare avanti campagne politiche spinte dalla mancanza di
un vero cambiamento.
Un partito che non vince le elezioni e che…grazie ad un esoso
premio di maggioranza..impone proposte per un Presidente della Repubblica (che
in realtà dovrebbe essere espressione del popolo in qualità di garante)…non
potrà che perdere consensi.
Abbiamo rinunciato a figure innovative, che di sicuro non
avrebbero rappresentato l’istigazione allo scontro…per tornare ad una figura
del passato, simbolo di una certa politica dell’esasperazione.
Con i presupposti con cui si è portata avanti questa
elezione…dubito fortemente che vi possa essere una vera innovazione nel nostro
Paese.
vincenzo cacopardo
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