Ha ragione Grillo.. quando, parlando ai giornalisti, afferma che non si può più dialogare in
termini di vecchio sistema, ma bisogna guardare oltre.
Nel mio studio di analisi della politica si esprime in tutti
i modi questo messaggio,..un chiaro appunto prodromico ad una ricerca che si vorrebbe innovativa. Non posso…quindi, che condividere pienamente l’affermazione
di Grillo..avendo, tra l’altro… già scritto in proposito.
Il problema di Grillo resta sempre quello del “metodo” con
cui egli ha affrontato la particolare iniziativa.. traendo spunto da sistemi
virtuali.. con i quali pretende di poter costruire un dialogo costruttivo: In
sostanza Grillo ha fin'ora usato i suoi adepti come fossero androidi... gestendoli in base
ad un progetto che appare privo di coerenza e di una vera e possibile costruzione funzionale.
Ritornando alla affermazione più che attendibile..di guardare
oltre, si può solo sperare che essa possa esplicarsi con la forza di una nuova “forma mentis”…ma
sarà sempre più difficile sperare di poterne avere un positivo riscontro, fino a
quando si tenderà a mitizzare le figure senza una lettura più ragionevole ed
una logica più funzionale.
Guardare alla politica funzionale dovrebbe di per sé annullare
alla base ogni estrema esaltazione della figura, della sua capacità
dialettica, della tenuta comunicativa…insomma "guardare oltre" l'immagine e verso tutto ciò che
potrebbe ingannare e spostare l’attenzione dove meglio fa comodo allo stesso
comunicatore, concentrandola nella utile costruzione del progetto.
Quanto..poi.. al sistema in cui viviamo .... come
ebbi modo di scrivere in un mio precedente post…“ quello in cui viviamo e ci rapportiamo, potrebbe essere paragonato ad un campo sul quale andrebbero coltivati i semi. Il frutto dovrebbe essere quello della “democrazia”. Ma se il campo è
malato, arato male, senza un’attenta concimazione, il seme non crescerà mai
bene ed il raccolto sarà l’inevitabile frutto di tutto ciò: un raccolto guasto
(ovvero una democrazia non definita), al quale si aggiungeranno i parassiti (
come la burocrazia) che divoreranno questo raccolto rendendo il campo una
coltre ancora più desolata. Il campo và ricomposto e preservato in modo da
potervi ripiantare i nuovi semi per l’attesa e la crescita di un buon raccolto
e per evitare l’arrivo di qualsiasi altro parassita”.
In questa metafora vi è rappresentato il percorso naturale
di un qualunque terreno agricolo, ma potrebbe risultare aderente… se messa in
relazione con le problematiche di un sistema politico vecchio come il nostro: Se dobbiamo cambiare in positivo…non possiamo farlo senza
ricostruire dalle fondamenta..attraverso un nuovo modo di pensare.
Non potranno
mai bastare alcune piccole modifiche o semplici riforme elettorali, ma…come
ormai sembra intuire una parte della società,...servono efficaci trasformazioni
che apportino una vera ristrutturazione a tutto l’edificio istituzionale.
Occorrono nuove idee…ma anche la capacità di saperle leggere in prospettiva e
lungimiranza..occorre credere in un futuro diverso...costantemente protetto da
solidi valori.
vincenzo Cacopardo
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