23 mag 2013

Il coraggio di un uomo, la nostra cinica mentalità e l'assenza di uno Stato




di vincenzo Cacopardo  
Chiunque ha potuto vedere le tante fiction su Giovanni Falcone…riproposte per ricordare la strage di Capaci…non può che essersi emozionato e commosso nel rammentare l’impegno e la solitudine di quest’uomo e di tutti coloro che...insieme, hanno collaborato contro la potente organizzazione mafiosa.

A quei tempi..è inutile sottacerlo, eravamo tutti un po’ assenti e non si può negare che guardavamo con occhio assai critico il protagonismo di certi magistrati in prima linea: ci dava fastidio il suono delle sirene…le sgommate delle auto blindate…le folte scorte armate fino ai denti….Il nostro atteggiamento era sicuramente distante dall’impegno prestato da questi uomini coraggiosi poichè si reputava superfluo combattere contro un nemico che..in fondo.. finiva col non infastidirci più di tanto.
Molti di noi, benestanti, pensavano che tutto ciò derivasse da certi naturali equilibri con l’attività criminale e che questa.. non avrebbe potuto intaccare il nostro bel mondo: era una mentalità costruita e radicata.. che trovava anche una legittimazione nella nostra vita quotidiana..completamente estranea dal mondo del crimine organizzato. Inoltre questa lotta improvvisa..dopo anni ed anni di convivenza con una certa mentalità del sopruso e dell'indugio…ci sembrava estremamente spropositata ed inutile.

Comunque si voglia rappresentare…questa nostra cultura, era anche frutto della poca conoscenza sulla mentalità mafiosa..poichè tanti della nostra “Palermo bene” affrontavano la vita con la forza dei propri sogni.. contornati da una bellezza naturale che, ai tempi, sembrava davvero incomparabile.

Se oggi possiamo e dobbiamo fare un'autocritica.. volendo essere obiettivi…potremmo guardare al passato identificandoci come spettatori ignoranti e passivi ma..sicuramente giustificati da una mancanza dello Stato che.. allora.. non manifestava il giusto impegno contro l’organizzazione criminale edificatasi nella nostra isola: Un’assenza fisica, ma anche culturale.. che ha finito col coprirci gli occhi ed ingannarci sulla crescente cultura di mafiosità.

Se anche qualcuno di noi, spinto da un nuovo spirito mentale, avesse potuto percepire l’importanza di un impegno per poter mettere fine a questa mentalità delinquenziale, promettendo un piccolo contributo attivo, come avrebbe potuto agire a quel tempo, senza un minimo di collaborazione da parte delle istituzioni e gli organi della sicurezza dello Stato? Questa è stata, in parte, la ragione che ha, di contro, scatenato lo scetticismo ed una sorta di ostilità nei confronti di quello che veniva identificato come un certo inutile  “protagonismo” dei magistrati. 

La lotta di uomini decisi come Falcone è sempre stata una lotta impari: un uomo che sembra aver combattuto disarmato contro un gigante. Un uomo che, come Borsellino, si è.. pian piano..inserito in un gioco sempre più grande dal quale non si è potuto liberare. Eroi.. che hanno cercato invano una risposta da uno Stato che è stato insensibile e costantemente assente in questo triste gioco del massacro... ridestandosi solo dopo il sacrificio di tante e tante vittime. 

Una storia triste ed amara che ha avuto solo in ritardo un vero successo nel risveglio mentale dei tanti che...hanno finalmente percepito l’importanza di questa piaga che affligge il Paese.
   

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