2 ago 2013

La condanna di Berlusconi...e le attese reazioni

Dopo oltre sette ore di Camera di Consiglio, i giudici della corte di Cassazione hanno confermato la condanna a Silvio Berlusconi dal punto di vista penale (quattro anni di carcere, tre “annullati” dall’indulto), ma hanno chiesto una rideterminazione delle pene accessorie per l’interdizione temporanea dai pubblici uffici.
Ci si domanda però…al di là del rispetto che si deve ad ogni persona ferita da una sanzione definitiva…qual è il motivo della particolare procedura che pone questa sentenza…all’occhio dei tanti cittadini, in una  strana contraddizione.. vedendo un uomo condannato definitivamente per frode fiscale, non conseguire un’ interdizione immediata… Molti hanno così dato più peso all’annullamento dell’interdizione che alla conferma della condanna stessa:  Come si offrisse un lasso di tempo.. in cui, il particolare condannato, (pur privo di libertà) possa ugualmente muoversi senza impedimenti attraverso l’uso determinante della propria forza politica e degli ingenti mezzi di comunicazione.

La risposta… per una maggiore chiarezza.. sta nella disciplina stessa  dei reati in materia di imposte sui redditi e sul valore aggiunto:
Secondo l’articolo 12 di quel decreto, in caso di condanna per frode fiscale si applica, come pena accessoria, «l’interdizione dai pubblici uffici per un periodo non inferiore a un anno e non superiore a tre». I giudici di Milano, invece, avevano applicato le disposizioni generali in materia di interdizione dai pubblici uffici (articolo 28 del codice Penale), che stabiliscono che «la condanna alla reclusione per un tempo non inferiore a tre anni importa l’interdizione dai pubblici uffici per la durata di cinque anni», quelli previsti per il Cavaliere sia in primo sia in secondo grado.

Sorprende sicuramente questa imprecisione da parte dei giudici di Milano che sembrano aver valutato il caso in modo poco accorto attraverso un riferimento alle disposizioni generali...rendendo, così.. ancora una volta forza all’importante ruolo supremo della Cassazione.

Ma non sorprende di certo il Cavaliere che si è esposto in ulteriori commenti contro una parte della magistratura appellandola come  “soggetto irresponsabile” che, assurto a vero e proprio potere dello Stato, condiziona permanentemente la vita politica della Nazione. Ha enumerato l’eccessiva carica di violenza che gli è stata riservata in seguito ad una lunga serie di processi e processi: “un accanimento giudiziario che non ha uguali”.

Berlusconi ha continuato rassicurando chi lo segue di continuare la sua battaglia di libertà restando in campo, chiamando a raccolta «i giovani migliori e le energia migliori» per «rimettere in piedi Forza Italia».
Persevera dunque nel suo dibattito con i cittadini chiedendo una maggioranza per modernizzare il Paese attraverso l’uso di una giustizia più equa… evitando che un cittadino possa essere privato della libertà.
Il Cavaliere persiste nel mettere insieme i problemi della giustizia del Paese (sicuramente esistenti) con i suoi problemi giudiziari (ormai resi espliciti da una definitiva condanna della Cassazione). Lo fa astutamente ponendo il problema giustizia in riferimento ad un generico principio di libertà.
Per lui insomma…sembra quasi più importante il bene e la giustizia del suo Paese che la sua stessa libertà… intaccata intenzionalmente dalle forze politicizzate della magistratura.
Nelle piazze..intanto.. si continua ad assistere ai gruppi sostenitori di Berlusconi che gridano «Silvio, Silvio», come si assistesse ad una partita di calcio e dando segno di quell’evidente mentalità.. (ormai radicalizzata grazie anche allo stesso Berlusconi)..che pone la politica e le sue istituzioni sullo stesso piano di uno Stadio.

 vincenzo cacopardo

Nessun commento:

Posta un commento