5 ago 2013

La posta di Paolo Speciale

Il “sic stantibus rebus” di una politica priva di stimoli di paolo Speciale

La corrente criticità politico-istituzionale ha finito per concretizzare nel fatto di cronaca più clamoroso – e previsto - i suoi effetti destabilizzanti, dopo una reiterata ed irresponsabile sottovalutazione  della anomalia costituita dall'esercizio improprio del confronto politico ispirato dal reciproco “j'accuse” sui vizi di sconfinamento dal campo giurisdizionale attribuito dalla carta fondamentale a ciascun potere principale.
L'ostentato garantismo di certa parte politica – razionalmente argomentando - non dovrebbe di certo confliggere con il prudente ed incondizionato rispetto degli organi requirenti e giudicanti (e delle loro sentenze), attribuibile ad altra.
“Sic stantibus rebus”,se la risolutiva e coralmente invocata riforma della giustizia non è mai stata degnamente avviata, appare assai improbabile che ciò non sia dovuto all'indegno persistere di una sinora invincibile ignavia bipartisan per mezzo di cui permane la sostanziale incapacità di mettersi all'opera – secondo le procedure previste – per opportunamente sostituire e/o modificare norme umane del secolo scorso.
Con altre che.. non solo… non ne stravolgerebbero il contenuto,ma ne migliorerebbero la applicabilità e soprattutto distoglierebbero una classe politica inetta ed indugiante dalla morbosa attenzione su farraginose questioni di puro principio, che sempre più la allontanano dall'altra criticità assai più intensa ed ingravescente: quella economico-sociale.
Lo storicamente noto progressismo della sinistra assurge così, paradossalmente, ad una sorta di non connaturale conservatorismo (secondo la logica del “non fare” o dell'analogo “fare” meramente demagogo), consegnando ad una destra, apparentemente tutt'altro che contraria ad innovazioni o riforme ed ispirata dalle disavventure personali del suo pubblico leader, lo scettro del cambiamento.
Quando queste due forze - attualmente aspecifica maggioranza – comprenderanno che l'una.. non deve cedere alle divisioni interne.. e l'altra.. deve essere creatura che, cresciuta, può fare a meno del suo padre-padrone, non è dato saperlo.

Certo è che nei prossimi giorni.. il Capo dello Stato dovrà essere più deciso nel richiamare l'attenzione di tutti sulla necessità improcrastinabile di procedere alla riforma della legge elettorale, cui dovrà seguire l'immediato scioglimento delle Camere. Attendere che l'emergenza finisca spesso non basta, meglio indurre il sistema a porle fine.

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