2 set 2013

Il consenso non è un salvacondotto...

Cosa vuol dire che Berlusconi deve essere salvato perché rappresenta il consenso di dieci milioni di italiani che lo hanno votato?
Sarebbe come sostenere che, al di là di ogni crimine che si commette, per via dei voti espressi dai cittadini, sia lecito ottenere una sorta di salvacondotto, cancellando automaticamente ogni reato..Ed in conseguenza di ciò..anche se i reati dovessero susseguirsi, un consenso dovrebbe bastare a fornire ogni impunità. 
Strano ed illogico modo di pensare!  
Se questo dovesse essere il metro per giudicare, si dovrebbe, quanto meno, mettere dall’altra parte della bilancia gli oltre trentamilioni di italiani elettori che vorrebbero vedere il Cavaliere.. rispondere alla sentenza di condanna emessa.
La sua “agibilità politica” di cui tanto si parla…dovrebbe basarsi su un  concetto politico e non potrà mai essere supportata, nè sostenuta solo da un consenso… Comunque mai al di sopra di un giudizio formulato dalla legge!
Garantire l’autonomia politica è una cosa..ma pretendere di farlo al di sopra della legge è un falso principio. Un  principio infondato che vìola le fondamentali regole su cui si basa la nostra democrazia.

Tutto ciò non dovrebbe nemmeno essere messo in evidenza come una ostinata lotta contro il corpo dei giudici…poiché , in realtà non è questo il vero problema: Se le leggi le esprime la politica ed il giudice le attua…il politico non può di certo combattere chi il proprio dovere lo compie!
A parer mio non è nemmeno, come altri sostengono, un problema di “supremazia”, ma di reciproco rispetto delle regole..in un ambito istituzionale che vede il “Potere” politico nettamente dissimile e separato da un “Ordine” giudiziario che in sé non potrà mai rappresentare un vero potere unito…poiché il suo esercizio deve rimanere sempre “diffuso” ed assoggettato al singolo giudice o la singola Corte.

Se oggi, in alcuni casi, questo potrebbe non scorgersi (come afferma tutto il PDL unito ), non potrà che essere la stessa politica a porvi rimedio attraverso regole e normative più appropriate. 
vincenzo cacopardo

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