13 set 2013

L’equivoco sulla “condanna” del Cavaliere

Se qualcosa di veramente utile manca alla nostra politica…è un sano equilibrio capace di frenare le continue anomalie che si riscontrano un po’ ovunque e che aprono le strade ad ogni tipo di espedienti.
La  tanto discussa Legge Severino, disciplina l’incandidabilità e la decadenza dei politici eletti su cui pesa una sentenza anche non passata in giudicato.
Al di là della questione morale che il Pdl si sforza di non voler valutare… insistendo invece sul carattere non penale della legge, che avrebbe come diretta conseguenza l’esclusione della retroattività,..viene da chiedersi allora.. perché nessuno non lo ha fatto notare quando la decadenza è toccata a Sergio Nappi, consigliere Pdl della Campania oppure a Giampaolo Lavagetto, consigliere Pdl dell’Emilia Romagna, i quali non hanno nemmeno messo in discussione il principio di retroattività, in relazione delle condanne per peculato avvenute nel 2010.
Se leggiamo bene la legge all’art 1..
“Non possono essere candidati e non possono comunque ricoprire la carica di deputato e di senatore:
-coloro che hanno riportato condanne definitive a pene superiori a due anni di reclusione per i delitti, consumati o tentati, previsti dall’articolo 51, comi 3-bis e 3-quater, del codice di procedura penale; 
-coloro che hanno riportato condanne definitive a pene superiori a due anni di reclusione per i delitti, consumati o tentati, previsti nel libro II, titolo II, capo I, del codice penale;
-coloro che hanno riportato condanne definitive a pene superiori a due anni di reclusione, per delitti non colposi, consumati o tentati, per i quali sia prevista la pena della reclusione non inferiore nel massimo a quattro anni, determinata ai sensi dell’articolo 278 del codice di procedura penale.”

Sembra chiaro che questa legge precisa una “condanna” e non quando il fatto si è compiuto: quindi, anche quando il reato fosse avvenuto precedentemente… ma una condanna arrivasse dopo il 5 gennaio 2013, la questione retroattività dovrebbe decadere. 
Già …ma cosa avrebbe potuto impedire, trattandosi tra l’altro di una legge sull’incandidabilità da applicare ad un condanna, una più precisa norma in deroga ai principi della retroattività?

vincenzo Cacopardo

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