UNA GENERICA VISIONE DI PARTE di vincenzo cacopardo
Come si può immaginare un futuro in favore di una politica
funzionale al Paese, se..in questi anni si è lavorato esclusivamente per
sostenere solo una ottusa posizione..una stereotipata ed impersonale visione
di parte che ha negato alla politica la logica costruzione in favore del
cittadino.
Chiunque.. non armato di una particolare
sensibilità politica.. riuscirà difficilmente a percepire l’inconsistente tentativo imposto dal percorso di un
sistema bipolare. Un sistema privo da una riflessione su un passato politico edificato nella cultura moderata radicata da anni nel nostro Paese..che ha
sempre privilegiato la mediazione tra le forze politiche.. sottoponendo
ogni decisione ad una prova di forza amplificata dalle continue reazioni. Una politica
passata che andava sicuramente cambiata, ma non stravolta attraverso un sistema
che non ci apparteneva e che..forse.. avrebbe potuto considerarsi come un punto
d’arrivo e non di partenza.
Si poteva e si doveva immaginare, per quella che
dovrebbe essere la comune lungimiranza di un capace politico, che il percorso
avrebbe preso la strada assai pericolosa dell’esaltazione e della mitizzazione
dei personaggi, la cui immagine.. avrebbe prevalso sulla stessa capacità del
loro operato. Si doveva anche intuire la illogica estremizzazione delle scelte
che avrebbero dominato sul più ragionevole percorso della moderazione per il
raggiungimento di un risultato più equilibrato.
Se non fosse venuta fuori una figura autoritaria come quella
Berlusconi, ne sarebbe sorta un’altra a cui, la moltitudine dei cittadini che
amano il cosiddetto “uomo sicuro”, si sarebbe attaccata.. osannandola ed incensandola. …poiché, è proprio
questo nostro sistema bipolare.. a spingere in tal senso!
Sopratutto coloro assai lontani da quella
sensibilità politica…non potranno che desiderare l’esaltazione di una figura
quando questa si impone attraverso una comunicazione accattivante che pare
esprimere sicurezza, restando incantati
di fronte ad una scelta essenziale e ristretta determinata da uno scontro diretto
tra due modi di pensare (simile ad una partita di calcio) .
Nella fattispecie, però, si dimentica che nelle scelte di una politica
non si gioca una partita fra due squadre, ma il futuro di un Paese in favore di
una società per rendere più funzionale e sicura una vita in comune.
Come si è mai potuto pensare di ridurre il dialogo politico
in due monolitiche posizioni che avrebbero costretto ogni possibilità di
ricerca in direzione di un equilibrio?
In questi venti anni.. la politica sembra essersi persa in un incomprensibile
dialogo che ha visto le due parti sempre più compatte al loro interno, ma quasi
del tutto inattive nella ricerca di un risultato in favore di una politica funzionale.
Questo si può facilmente spiegare per via del fatto che il loro maggior impegno
è stato dedicato alle proprie esaltanti e sommarie concezioni contro quelle opposte dell’avversario (come unico nemico da battere)…e non in favore di una logica costruzione del
bene per il Paese che può trovare il suo equilibrio in un’azione
di collegamento e di mediazione.
Nessun commento:
Posta un commento