25 set 2013

Quell’impervio percorso bipolare che esalta le figure..


UNA GENERICA VISIONE DI PARTE di vincenzo cacopardo

Come si può immaginare un futuro in favore di una politica funzionale al Paese, se..in questi anni si è lavorato esclusivamente per sostenere solo una ottusa posizione..una stereotipata ed impersonale visione di parte che ha negato alla politica la logica costruzione in favore del cittadino.
Chiunque.. non armato di una particolare sensibilità politica.. riuscirà difficilmente a percepire l’inconsistente tentativo  imposto dal percorso di un sistema bipolare. Un sistema privo da una riflessione su un passato politico edificato nella cultura moderata radicata da anni nel nostro Paese..che ha sempre privilegiato la mediazione tra le forze politiche.. sottoponendo ogni decisione ad una prova di forza amplificata dalle continue reazioni. Una politica passata che andava sicuramente cambiata, ma non stravolta attraverso un sistema che non ci apparteneva e che..forse.. avrebbe potuto considerarsi come un punto d’arrivo e non di partenza.
Si poteva e si doveva immaginare, per quella che dovrebbe essere la comune lungimiranza di un capace politico, che il percorso avrebbe preso la strada assai pericolosa dell’esaltazione e della mitizzazione dei personaggi, la cui immagine.. avrebbe prevalso sulla stessa capacità del loro operato. Si doveva anche intuire la illogica estremizzazione delle scelte che avrebbero dominato sul più ragionevole percorso della moderazione per il raggiungimento di un risultato più equilibrato.  
Se non fosse venuta fuori una figura autoritaria come quella Berlusconi, ne sarebbe sorta un’altra a cui, la moltitudine dei cittadini che amano il cosiddetto “uomo sicuro”, si sarebbe attaccata..  osannandola ed incensandola. …poiché, è proprio questo nostro sistema bipolare.. a spingere in tal senso! 

Sopratutto coloro assai lontani da quella sensibilità politica…non potranno che desiderare l’esaltazione di una figura quando questa si impone attraverso una comunicazione accattivante che pare esprimere sicurezza,  restando incantati di fronte ad una scelta essenziale e ristretta determinata da uno scontro diretto tra due modi di pensare (simile ad una partita di calcio) .
Nella fattispecie, però,  si dimentica che nelle scelte di una politica non si gioca una partita fra due squadre, ma il futuro di un Paese in favore di una società per rendere più funzionale e sicura una vita in comune.
Come si è mai potuto pensare di ridurre il dialogo politico in due monolitiche posizioni che avrebbero costretto ogni possibilità di ricerca in direzione di un equilibrio?


In questi venti anni.. la politica sembra essersi persa in un incomprensibile dialogo che ha visto le due parti sempre più compatte al loro interno, ma quasi del tutto inattive nella ricerca di un risultato in favore di una politica funzionale. Questo si può facilmente spiegare per via del fatto che il loro maggior impegno è stato dedicato alle proprie esaltanti e sommarie concezioni contro quelle opposte dell’avversario (come unico nemico da battere)…e non in favore di una logica costruzione del bene per il Paese che può trovare il suo equilibrio in un’azione di collegamento e di mediazione.

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