29 set 2013

Nuovo commento di Paolo Speciale


LO STRAPPO PERDENTE di paolo Speciale

Era nell'aria da settimane. Buona parte dell'informazione stampata non ostile all'azione di un Governo generato da anacronistici “compromessi storici” aveva tentato invano di enfatizzare la sua sostanziale dimensione “istituzionale”e quindi di fatto monocolore, a dispetto della sua formale disomogeneità. Ma quest'ultima era già sostanziale sin dal giuramento al Quirinale dei nuovi ministri.
Galeotto fu il comune spettro degli imminenti pronunciamenti post istruttori e dibattimentali sui reati contestati al Cavaliere considerati tanto dal PDL come reiterati “abusa inquisitionis potestatis” quanto dal PD “legitima iuris exercitatio”.
E' l'ennesimo sintomo di un conflitto squisitamente giuridico-istituzionale – impropriamente assurto a strumento di lotta politica contingente – che solo una giurisdizione in sede straordinaria e costituente può dirimere.
Abbiamo più volte ripetuto la inopportunità dei diffusi tentativi di un improbabile contenimento della crisi istituzionale presente tra i poteri dello Stato negli ambiti di un mero ed ordinario esercizio del dibattito politico quotidiano finalizzato alla altrettanto semplice – eppur legittima– acquisizione di consensi elettorali fondati sulla condanna di un sistema “dignum recognitionis” tout court, nel segno di una generica e sconfortante critica fine a se stessa.
Con la medesima apprensione constatiamo da un lato come ancora una volta il legittimo esercizio del potere giudiziario, formalmente impeccabile ma sostanzialmente viziato dalla presunta presenza del “virus” di natura politica possa interferire con l'altrettanto legittimo esercizio della attività pubblica di tipo elettivo, dall'altro la sinora difficile stesura di una normazione che preveda reciproche co-egualità e co-garanzie, nel rispetto delle specifiche autonomie connesse all'esercizio della funzione attribuita.
A questo proposito francamente assai deludente e precipuamente populista ci pare la prescrizione, in molti Consigli Regionali del nostro Paese, delle imposte dimissioni immediate a quel Consigliere che risulti semplicemente indagato dalla Magistratura. Si assoggetta così di fatto, in nome di una presunta colpevolezza, il diritto del singolo alla presunta tutela di una collettività che si presuppone – altrettanto illegittimamente -non più rappresentata dal soggetto inquisito.

La fine del primo Governo Letta – è possibile che ne sorga infatti un altro con una diversa maggioranza –è conseguenza di uno strappo forse meditato da tempo ma non per questo “estremo e quasi disperato” che fa perdenti ed umiliati tutti, nessuno escluso.

Questo spiacevole processo depauperante troverà probabilmente la sua “akmè” nelle prossime dimissioni dei parlamentari del PDL, nella nascita di una nuova maggioranza di governo anch'essa figlia legittima di una legge elettorale odiata dai cittadini rappresentati ma strano oggetto del desiderio per i loro rappresentanti, nella sconfortante, continuata ed inspiegabilmente irresponsabile politica economica di reperimento di fondi in forza di una aumentata pressione fiscale sugli storicamente “incontrollabili”soggetti con attività lavorativa non “dipendente”, che ignora la loro insostituibile funzione di traino nella auspicata ripresa.

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