Stabilità.. solo a noi fa orrore
(editoriale di Antonio Polito sul
Corriere della sera del 20 settembre 2013)
Il governo Letta si è appena salvato da una crisi che
già ci si interroga sulla prossima. Berlusconi fa capire che la potrebbe aprire
sulle tasse, Renzi che la potrebbe aprire per vincere le elezioni, e il premier
fa capire che ha capito e che quindi «giocherà all’attacco». La politica
all’italiana è l’opposto del calcio all’italiana: tutti all’attacco, e nessuno
che pensa mai a difendere.
Ben diversa è quella
tedesca. Nonostante l’incertezza sull’esito del voto di domenica, dal quale nessuno sa che maggioranza parlamentare
uscirà, c’è infatti in Germania certezza di stabilità politica: tutti sanno che
Angela Merkel sarà per la terza volta Cancelliera, e che la sua politica
proseguirà grosso modo immutata.
Questo paradosso
meriterebbe una riflessione, soprattutto da parte di chi in Italia lamenta che la stabilità è sì
una buona cosa, ma poi non tanto, perché sospende la lotta politica, inceppa
l’alternanza, offende i sentimenti identitari degli elettori. C’è invece in
Europa un grande Paese dove la gente la pensa diversamente: viva il conflitto e
l’identità, ma è più importante ciò che il governo fa, e se lo fa a vantaggio
della nazione.
Così se i liberali, attuali alleati della Merkel, resteranno fuori dal Bundestag, la Cdu farà l’alleanza con i suoi avversari socialdemocratici, e sarebbe la terza volta nella storia; d’altro canto la Spd, se pure servisse per vincere, esclude di allearsi con la sinistra della Linke preferendole la Cdu; e nessuno si alleerà mai con il nuovo partito anti euro, qualsiasi sia il suo risultato.
Si può credere che i due maggiori partiti tedeschi siano più indecisi sulle loro radici, meno dotati di un retaggio ideale e culturale, e che per questo accettino di mescolarsi in modi innaturali, a differenza dei nostri, tetragoni, teutonici addirittura nel difendere le loro identità? Difficile: perché i partiti tedeschi esistono da sempre, si chiamano sempre allo stesso modo, e fanno parte delle famiglie politiche europee. Mentre quelli italiani hanno pochi anni di vita, cambiano nome di continuo e in Europa non sanno dove sedersi.
Così se i liberali, attuali alleati della Merkel, resteranno fuori dal Bundestag, la Cdu farà l’alleanza con i suoi avversari socialdemocratici, e sarebbe la terza volta nella storia; d’altro canto la Spd, se pure servisse per vincere, esclude di allearsi con la sinistra della Linke preferendole la Cdu; e nessuno si alleerà mai con il nuovo partito anti euro, qualsiasi sia il suo risultato.
Si può credere che i due maggiori partiti tedeschi siano più indecisi sulle loro radici, meno dotati di un retaggio ideale e culturale, e che per questo accettino di mescolarsi in modi innaturali, a differenza dei nostri, tetragoni, teutonici addirittura nel difendere le loro identità? Difficile: perché i partiti tedeschi esistono da sempre, si chiamano sempre allo stesso modo, e fanno parte delle famiglie politiche europee. Mentre quelli italiani hanno pochi anni di vita, cambiano nome di continuo e in Europa non sanno dove sedersi.
Dunque la peculiarità
del sistema politico tedesco deve essere un’altra: e cioè che costringe i partiti a confrontarsi
costantemente con il bene comune, e chi non riesce a servirlo paga un prezzo. È
la prova che la stabilità, prima ancora che delle leggi elettorali, è frutto di
cultura politica. In Germania il premio di maggioranza non c’è, e capita spesso
che non ci sia una maggioranza dopo il voto. Ciò non impedisce al nostro
sistema, col premio, di essere molto più instabile di quello tedesco.
Capisco che per noi italiani una politica così stabile
debba sembrare noiosissima. Basti pensare che i
tedeschi chiamano la Merkel mutti , la mamma, per riferirsi a quel suo stile
«frugale, sobrio, volutamente sciatto». Un tipo così da noi non susciterebbe
l’interesse di un Signorini o di un Briatore. Ma del resto non si può avere
tutto nella vita: si vede che i tedeschi hanno rinunciato a un po’ di
divertimento in cambio di un po’ di benessere.
Questo l’utile ed
intelligente messaggio trasmesso nell’editoriale di un arguto professionista
come Antonio Polito!.. Un argomento sulla governabilità che.. però.. non può
essere esente da una personale critica, poiché riguarda direttamente un
problema molto sentito del mio studio di ricerca.
Malgrado il divertente ed
ironico riferimento al calcio.. io penso che Polito sottovaluta la vera
importanza che in politica deve assumere l’azione di induzione alla ricerca delle
soluzioni che non può che partire dal basso.
L’esempio con il sistema della Germania con i suoi Lander non può mai
calzare con quello dell’Italia. L'obiettivo dichiarato del federalismo tedesco
è garantire sia l'unità verso l'esterno che
il rispetto e il mantenimento
delle diversità regionali. I Lander sono
stati fondati subito dopo il 45 tenendo
in parte conto delle vecchie affinità delle popolazioni e dei confini storici.
Il federalismo non può vivere
senza una solidarietà e questo è
uno dei motivi per cui il federalismo in Germania funziona piuttosto bene ed è
accettato da tutti.
Difficile poter mettere in relazione i problemi
di una nazione già federata come la Germania con la nostra: Il suo Governo nazionale garantisce l'omogeneizzazione
delle condizioni di vita nelle varie parti della Germania.
Inoltre il sistema di votazione dei tedeschi ha
un carattere prettamente proporzionale attraverso una procedura che prevede due
votazioni.. ma non è esattamente
considerabile come “bicamerale”. In sostanza la determinazione di una
governabilità viene stabilita attraverso un percorso di base diverso che, seppur
dissimile dal nostro, non è detto possa essere l’esempio di una perfezione.
Vi è di certo..in Germania, una differente
cultura della politica e del vivere sociale che aiuta.. riuscendo a procurare una
maggiore stabilità…anche perché la popolazione..nella sua vita tra i Lander,
riceve un riscontro di equilibrio ed una comunicazione più diretta con la
politica per le soluzioni delle proprie esigenze.
Il problema della nostra Nazione rimane ben
diverso e non paragonabile.. in considerazione del fatto che…un’azione diretta
dei cittadini con la politica sembra inesistente: Manca la necessaria e
fondamentale spinta dal basso, senza la quale non si potrà mai inventare alcuna
governabilità…(men che mai stabile!.).
Il problema odierno della politica del nostro
Paese pare proprio quello che…l’acuto osservatore giornalista, avrebbe dovuto
mettere in evidenza.. cioè: Che non si può, oggi, pretendere una governabilità
stabile in un Paese come il nostro, se non gli si offre quella base necessaria
attraverso una solida politica di base condotta dai partiti in collaborazione
più diretta con i cittadini. Questa è la ragione per la quale, tra le tante
riforme, si dovrebbe guardare principalmente a quella concernente i partiti!
La pretesa di una governabilità stabile finisce col divenire demagogia o assolutismo..
in considerazione della mancanza di un’azione condotta dal basso. Credo che la governabilità sia un fine, ma
quel fine non potrà mai pretendersi, senza un logico mezzo di sostegno!
vincenzo cacopardo
Nessun commento:
Posta un commento