7 ott 2013

La “granitica compattezza” che blocca il processo delle idee


DIVISIONE DEI RUOLI E PROGRAMMA AI CITTADINI
di vincenzo cacopardo

Quando… oggi,  si sente parlare di “granitica compattezza”  riguardo ai Partiti,  non si può che restare sorpresi! Ogni Partito dovrebbe lavorare in modo fluido, dinamico per la ricerca delle idee e separato da ogni competenza di gestione governativa. 
Al contrario..un governo può sicuramente essere granitico e compatto poichè deve operare per eseguire, come indica la stessa parola che lo definisce a ragione “esecutivo”, ma dovrebbe sorgere attraverso un’azione proveniente dal basso per ricevere quel solido necessario sostegno.

La politica del Paese sembra ancora ferma allo stesso punto e cioè… ad un concetto ristretto che non riesce a guardare lontano.. pretendendo la solida compattezza dei Partiti e finendo col far nascere governi improvvisati per uno scopo di necessità.
Se… nel caso dei Partiti, abbiamo ampiamente saggiato le conseguenze del concetto di “granitica compattezza”, per quanto riguarda la governabilità... abbiamo potuto constatare l’importanza di renderla forte e duratura attraverso un fondamento. 
Nulla…tuttavia..  sembra cambiare!
Pensare che la politica, alla sua base, possa continuare ad essere sottoposta alla mancanza di uno scambio sulle idee, sul metodo e sul riscontro dei valori, poichè deve prevalere la “granitica compattezza” di una coesione, non potrà che limitare ogni percorso che si vorrebbe utile per la ricerca. 
L’Europa ci costringe in un percorso verso le due monolitiche posizioni destra-sinistra che oggi si identificano nel PPE e nella socialdemocrazia. Due posizioni più morbide rispetto alle nostre, ma comunque ristrette per la determinazione dell’innovazione funzionale della politica.

Se non si amasse a fondo la politica, si potrebbe anche essere d’accordo con tale scelta, ma è veramente difficile poterlo fare per chi la interpreta  come un libero percorso che deve lasciare spazio a dinamiche più fluide senza dover spaccare il pensiero e la stessa cultura in due nette posizioni.  Chi ama veramente la politica non potrebbe apprezzare ogni limitativo sistema bipolare! Senza poi scordarci che questo continuo insistere sulla logica dei due grandi e storici Partiti di riferimento, costruiti su vecchie ideologie,  potrebbe frenare una certa innovazione. 

Il problema sta nel fatto di non riuscire ad immaginare la governabilità come una funzione staccata da un processo di ricerca di un programma e di volerla, invece, concepire come ideatrice stessa del progetto. Questo genera automaticamente un percorso viziato poichè... partendo dall’alto, ogni proposta, filtra nel Parlamento per pura ratificazione ed arriva in basso in modo inflessibile e perentorio.  
Perché dunque non dividere meglio i due ruoli? Perche non ricercare nell’innovazione la soluzione a questo vecchio modo di procedere che tiene incatenate e condizionate le due funzioni? Perché non lasciare più libera una politica di dialogo e ricerca condotta dai Partiti, determinando, con altra logica, una governabilità resa più forte e sicura attraverso un programma suggerito dai cittadini?




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