18 ott 2013

Una legge elettorale, non può essere primaria!

Un’altra importante questione all’occhio degli odierni riformisti è quella di una legge elettorale che possa sostenere meglio la rappresentanza di un sano Parlamento
Ha detto bene il ministro Quagliariello quando ha dichiarato che una riforma della legge elettorale, se svincolata dalle altre indispensabili riforme, non potrà mai sortire un utile successo, nè procurare migliore funzionalità al percorso della politica.

Entrando nel dettaglio delle proposte, non potrà mai convincermi una richiesta del voto di preferenza quando questo venisse, in più, proposto sotto un finanziamento privato. Sarà facile nel nostro furbo Paese finanziare attraverso una forma privata figure incapaci, legate al potere finanziario o persino corrotte, quando si hanno gli adeguati mezzi e le esose risorse... Ci sarà poco da lamentarsi dell'apparizione di ulteriori figure assolute e dispotiche legate al sistema economico finanziario! 

Occorre un filtro e questo esame deve essere operato dal Partito di provenienza del candidato che si propone. Sarebbe, però, essenziale operare di dovere una sorta di primarie tra i candidati in seno ad ogni Partito. Ma necessario sarebbe anche non offrire alcuna possibilità ai privati di entrare nel gioco pericoloso dei finanziamenti ( nemmeno sotto un controllo al quale si potrebbe sfuggire con scaltrezza).

Si pretende ancora di poter aggiustare il sistema logorato della politica, pensando di poterlo risolvere attraverso una legge elettorale che abolisca il finanziamento pubblico e nel contempo offrire al privato l’opportunità di sponsorizzare la preferenza dei candidati….come dire: Chi ha le risorse per una comunicazione, riuscirà sempre ad imporsi contro chi non potrà mai averle per esporre le proprie idee! Prevarrà sempre una deviante comunicazione e resteranno sempre soffocate possibili nuove proposte!
Un’assurda contraddizione di cui il cittadino non si accorge poiché pervaso da un odio nei confronti di una generica politica che nel passato ha divorato risorse alla società. Una posizione che alcune forze politiche odierne appoggiano per interesse, ma tendente ad incancrenire una vera politica democratica facendo forza sulla emotività e l’ignoranza del cittadino comune.
Se la legge elettorale rimane un mezzo complementare per determinare una maggioranza, i Partiti restano decisivi per la ricerca di un percorso innovativo della politica.

Il mio pensiero vede, quindi, fondamentale una riforma verso il ruolo dei Partiti attraverso un’adeguata regolamentazione da imporre (sul RUOLO: ricerca delle idee in favore della politica- sulle CANDIDATURE: attraverso specifiche primarie - sul FINANZIAMENTO: che dovrebbe essere pubblico, ma adeguato alle spese documentate).

Una primaria regolamentazione dei Partiti che risulta sicuramente prodromica a qualsiasi altra riforma poiché la stessa  Costituzione Italiana riconosce il loro basilare ruolo  quando con l’art. 49, ci dice che «tutti i cittadini hanno il diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere in modo democratico a determinare la politica nazionale».
vincenzo cacopardo



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