Un’altra importante
questione all’occhio degli odierni riformisti è quella di una legge elettorale
che possa sostenere meglio la rappresentanza di un sano Parlamento
Ha detto bene il ministro
Quagliariello quando ha dichiarato che una riforma della legge elettorale, se
svincolata dalle altre indispensabili riforme, non potrà mai sortire un utile
successo, nè procurare migliore funzionalità al percorso della politica.
Entrando nel dettaglio delle
proposte, non potrà mai convincermi una richiesta del voto di preferenza quando
questo venisse, in più, proposto sotto un finanziamento privato. Sarà
facile nel nostro furbo Paese finanziare attraverso una forma privata figure
incapaci, legate al potere finanziario o persino corrotte, quando si hanno gli
adeguati mezzi e le esose risorse... Ci sarà poco da lamentarsi dell'apparizione di ulteriori figure assolute e dispotiche legate al sistema economico finanziario!
Occorre un filtro e questo esame
deve essere operato dal Partito di provenienza del candidato che si propone. Sarebbe, però, essenziale
operare di dovere una sorta di primarie tra i candidati in seno ad ogni Partito. Ma
necessario sarebbe anche non offrire alcuna possibilità ai privati di entrare
nel gioco pericoloso dei finanziamenti ( nemmeno sotto un controllo
al quale si potrebbe sfuggire con scaltrezza).
Si pretende ancora di poter
aggiustare il sistema logorato della politica, pensando di poterlo risolvere attraverso una legge elettorale che abolisca il finanziamento pubblico e
nel contempo offrire al privato l’opportunità di sponsorizzare la preferenza
dei candidati….come dire: Chi ha le risorse per una comunicazione, riuscirà
sempre ad imporsi contro chi non potrà mai averle per esporre le proprie idee! Prevarrà sempre una deviante comunicazione e resteranno sempre soffocate possibili nuove proposte!
Un’assurda
contraddizione di cui il cittadino non si accorge poiché pervaso da un odio nei
confronti di una generica politica che nel passato ha divorato risorse alla
società. Una posizione che alcune forze politiche odierne appoggiano per
interesse, ma tendente ad incancrenire una vera politica democratica facendo
forza sulla emotività e l’ignoranza del cittadino comune.
Se la legge elettorale rimane un mezzo complementare per determinare una maggioranza, i Partiti restano decisivi per la ricerca di un percorso innovativo della politica.
Il mio pensiero vede, quindi, fondamentale una riforma verso il ruolo dei Partiti attraverso un’adeguata
regolamentazione da imporre (sul RUOLO: ricerca delle idee in
favore della politica- sulle CANDIDATURE: attraverso specifiche primarie
- sul FINANZIAMENTO: che dovrebbe essere pubblico, ma adeguato alle
spese documentate).
Una primaria
regolamentazione dei Partiti che risulta sicuramente prodromica a qualsiasi altra riforma poiché la
stessa Costituzione Italiana riconosce
il loro basilare ruolo quando con l’art. 49, ci dice che «tutti i
cittadini hanno il diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere
in modo democratico a determinare la politica nazionale».
vincenzo cacopardo
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