IL BIPOLARISMO: QUALI LOGICHE?
Qualcuno pensa che Alfano mettendosi in contrasto col Cavaliere, in futuro, non potrà più assumere alcuna posizione politica. Costoro si basano chiaramente su un’ottica che oggi vede il bipolarismo come un sistema ormai compiuto che non consente la formazione di altre coalizioni, il chè equivale a dire che: o Alfano resta nella coalizione del PDL o dovrebbe schierarsi in quella del PD.
Qualcuno pensa che Alfano mettendosi in contrasto col Cavaliere, in futuro, non potrà più assumere alcuna posizione politica. Costoro si basano chiaramente su un’ottica che oggi vede il bipolarismo come un sistema ormai compiuto che non consente la formazione di altre coalizioni, il chè equivale a dire che: o Alfano resta nella coalizione del PDL o dovrebbe schierarsi in quella del PD.
La posizione del Ministro
degli interni è suggerita dalla necessità di tenere in piedi un governo di
servizio voluto da Napolitano e consigliato dall’economia politica dell’Europa.
In molti intuiscono che.. se Alfano e le sue poche truppe.. dovessero seguire
la posizione politica (alquanto ricattatoria) di Berlusconi…il governo sarebbe
costretto a cadere….Ma se le idee politiche del ministro Alfano non fossero del
tutto simili a quella del suo leader?
Se Angelino Alfano decidesse
di staccarsi dal PDL, sarebbe dunque costretto a crearsi un nuovo Partito, o
aderire ad un Partito di centro come quello di Monti, il chè potrebbe anche
significare aumentare il numero dei Partiti in Parlamento…con un rischio
maggiore sulla formazione delle future coalizioni. Questo è l’evidente caso
politico che dimostra, ancora una volta, la forzatura imposta da un simile sistema
che non aiuta le libere posizioni di pensiero dei singoli politici.
Vi è..anche.. la posizione,
alquanto ibrida, di Renzi (noto rottamatore bipolarista), il quale afferma che nel proprio Partito di
appartenenza si devono discutere con estrema libertà le varie idee..per poi, a
maggioranza, poter prendere una
decisione. Questo giusto processo dialettico in seno al Partito è sicuramente
una garanzia per una democrazia, ma crolla nel momento in cui, seguendo il poco
logico percorso di un bipolarismo, ci si dimentica delle posizioni parlamentari assai meno libere e democratiche per la determinazione ed il sostegno ad un
governo.
Chi può allora continuare a
pensare che il bipolarismo possa essere un sistema vincente? Chi pensa che un
sistema che spinge verso la monolitica formazione di due forze politiche possa
predominare sul singolo pensiero del politico? Chi può pensare di far crescere
le idee (di cui tanto oggi si parla e si ha bisogno) quando, proprio queste, in
tal modo, tendono a reprimersi.
Cosa può dunque significare
spaccare un pensiero ed una cultura politica in due attraverso un netto taglio che
separa persino gli ideali… se non forzare volutamente, in una equivoca logica,
il processo di una politica che si dovrebbe sempre libera nel pensiero?
vincenzo cacopardo
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