13 mag 2015

Reddito di cittadinanza o contributo di necessità ?


Ritorna l'idea del reddito di cittadinanza....Più che reddito bisognerebbe chiamarlo in senso più appropriato, una rendita inattiva..un contributo per la sopravvivenza... ma sappiamo, anche, che il fine di tale manovra è indirizzato principalmente a beneficio dei tanti che oggi si trovano improvvisamente senza lavoro e senza un tetto.

Pur nella costante attenzione posta nei riguardi dei cittadini, Grillo non specifica bene il significato della sua proposta.  Vi è infatti una chiara differenza tra un reddito di cittadinanza.. da quello per il sostentamento di chi un reddito non lo ha! E’ chiaro infatti che un reddito di cittadinanza equivarrebbe in sé ad una base reddituale per tutti con un impressionante costo di decine di miliardi per il Paese.

Diverso è invece un contributo per chi un reddito non lo ha...non avendo un lavoro.. che potrebbe essere una operazione sociale equanime, sebbene comprensibilmente difficile da attuare in un Paese come il nostro dove i furbi spadroneggiano e dove, per impostare una ricerca verso coloro a cui spetterebbe, si dovrebbe mettere su una macchina organizzativa costosa ed impegnativa...In più appare poco produttiva una idea come questa in un contesto come il nostro in cui, una simile operazione, potrebbe arrestare il naturale sviluppo del lavoro...offrendo al contrario, occasione per rendere la società passiva verso ogni possibile crescita.

Sarebbe assai più utile, nella fattispecie, eliminata una cassa integrazione, mirare ai bisogni per quei lavoratori costretti ad interrompere la loro attività, offrendogli un apposito reddito di sostentamento.. evitando di incidere sui costi delle aziende.Una operazione che potrebbe anche vedere ulteriori manovre a beneficio di chi ha veramente bisogno di un contributo di sopravvivenza, ma che premierebbe maggiormente i lavoratori e potrebbe aiutare le aziende.
vincenzo cacopardo

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