LA POLITICA FALLIMENTARE
DELLE FIGURE
La politica dovrebbe poter
operare regolando i rapporti con i cittadini al fine di governare uno Stato.
La logica sarebbe.. quindi..
quella di porre davanti i bisogni dei cittadini con idee e programmi utili
attraverso un dialogo, senza il quale non sarebbe possibile alcuna utile
soluzione. Quindi..nessun fine di buon governo politico senza un’azione propedeutica
che miri al dialogo di ciò che interessa alla stessa società.
Ma quando si chiede di indicare
cosa di più si desidera oggi dalla politica, non si pone mai l’accento su
questa logica di percorso e viene fuori la ricerca di un personaggio che possa
rappresentare una retorica figura di cambiamento. Un dato di fatto sul quale
riesce difficile confrontarsi poiché, ogni figura, rappresenta oggi un simbolo
sul quale voler fare affidamento, raffigura un po’ il profeta sul quale porre ogni
fiducia per la soluzione dei tanti ostacoli.
Tuttavia... immaginare che tali figure possano
offrire la soluzione dei nostri problemi potrebbe risultare infondato e lascia
parecchi dubbi sulla possibilità di generare risposte soddisfacenti sul futuro
della nostra politica. E’ la strana contraddizione odierna che mette in
evidenza lo stato di confusione di quei cittadini che, da un lato vorrebbero
ottenere dalla politica un beneficio utile e costruttivo che soddisfi le
esigenze…e dall’altro..non dirigono il consenso per un vero funzionamento di
essa, facendosi incantare dal personaggio.
Questa nuova cultura ormai
radicata… contro la quale sembra difficile combattere, anche perché spinta da
una mentalità tendente a sublimare ed idealizzare le figure, genera un evidente
antitesi tra quello che si vorrebbe e quello che, purtroppo, non si potrà mai
riuscire ad ottenere.
Una mentalità che trae
spunto da una visione troppo teatrale di una politica che non dovrebbe mai mirare
alla mitizzazione, ma alla precisa sostanza di ciò che si vuole. La deleteria cultura
del divismo che pervade il mondo dello spettacolo e dello sport prendono il
sopravvento su una più impegnativa e sana cultura del pensiero.
La visione cinica e fin
troppo pragmatica di chi asserisce che tutto ciò è ormai una realtà alla quale
non ci si può sottrarre, denota, con insistenza, il pericolo della mancanza di un individuale
impegno verso un proprio modo di pensare e di riflettere.. finendo col renderci
soggetti privi e sottomessi ad un sistema del quale, poi, abbiamo poco da
lamentarci.
Una riflessione sulla quale
dovremmo impegnarci e meditare con attenzione senza estraniarci da una logica
che non potrà mai renderci soddisfatti se ciò che veramente vogliamo non
corrisponde per niente al criterio con cui indichiamo le nostre preferenze.
Vincenzo
Cacopardo
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