9 dic 2013

nuovo appunto di Domenico Cacopardo

Le due corti di domenico Cacopardo
 Nel medesimo giorno, il 4 dicembre, il Tar del Lazio e la Corte costituzionale hanno preso due decisioni in qualche modo sconvolgenti. Il primo ha dichiarato illegittima la bocciatura del ministero della salute della cura Stamina, benché richiesta da un’autorevole commissione di scienziati. Com’è spesso accaduto in passato (vedi L’Aquila, con il processo ai sismologi per non aver previsto il terremoto), il potere giudiziario –peritus peritorum- decide guardando le carte non le conseguenze.

Così, la Corte costituzionale,  nel dichiarare l’illegittimità del premio di maggioranza –per la Camera dei Deputati che per il Senato– e dell’abolizione della preferenza, non si è posto il problema degli effetti della pronuncia. Effetti che sono tanti e immediati, a prescindere da ciò che emergerà una volta depositate le motivazioni. Prima di tutto, è inutile negarlo, una specie di delegittimazione dell’attuale Parlamento, nel suo complesso e in parte,visto che per circa 200 deputati non c’è concluso il procedimento di convalida dell’elezione. Va ricordato che il presidente della Giunta per le elezioni della Camera è un esponente del Movimento 5Stelle che farà di tutto per impedire la conclusione in tempo utile dell’iter di convalida.

Ci sono poi le conseguenze possibili: le motivazioni potrebbero sbarrare il passo a qualsiasi meccanismo maggioritario costringendo il rampante Renzi a rinfoderare il doppio turno alla francese. Una lettura rigorosa dell’art 48 della Costituzione («Sono elettori tutti i cittadini, uomini e donne, che hanno raggiunto la maggiore età.Il voto è personale ed eguale, libero e segreto.») e dell’art. 56, comma 4 («La ripartizione dei seggi tra le circoscrizioni … si effettua dividendo il numero degli abitanti della Repubblica, quale risulta dall'ultimo censimento generale della popolazione, per seicentodiciotto e distribuendo i seggi in proporzione alla popolazione di ogni circoscrizione …») potrebbe avere condotto la Corte a negare la possibilità di un qualsiasi maggioritario.


Del resto la governabilità di un paese non dipende dal maggioritario o dal proporzionale ma da altri fattori, l’antropologia culturale dei popoli e l’aggregazione di sistema. Conta, anche e di certo, come nella Spagna e nella Germania proporzionaliste, l’esistenza di una seria soglia di sbarramento che spinge verso i partiti maggiori. Partiti stabili, passati attraverso varie delicate fasi, compreso in Germania, il processo a Helmut Kohl, mai dissoltisi sotto i colpi delle inchieste giudiziarie.

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