27 dic 2013

Un commento ad una nota di Francesco Alberoni

L'Italia al tempo del pensiero distrutto

Nel mondo moderno e anche in Italia va sempre più prevalendo una forma di pensiero fatto di scritti brevi, di connessioni intuitive e di conclusioni frettolose: il pensiero frammentato. Lo usano i ragazzi col computer e gli adulti con i social network, con Twitter e gli sms, ma ormai domina anche nella televisione, soprattutto nel campo del dibattito politico, dove i partecipanti non espongono mai un pensiero completo con una argomentazione logica. Vengono subito interrotti da una battuta, da un filmato, da qualcun altro che si sovrappone. È vero che ci sono anche i giornali e i blog in cui è possibile scrivere articoli completi, ma i giornalisti politici, che monopolizzano la tv, riportano solo le battute più polemiche, a cui fanno seguire le risposte più cattive, trasformando regolarmente il dibattito in una chiassata.
L'esposizione con argomentazione è ormai scomparsa anche in radio, dove spesso si alternano canzonette, commenti, battute oscene, sghignazzi, un chiacchiericcio senza inizio e senza fine. Anche all'università, spesso, i ragazzi per giudicare un pensiero o un autore, dicono «mi piace, non mi piace», come fanno su Facebook. E spesso non riescono a seguire un ragionamento logico per una intera lezione. Si distraggono, perdono il filo. Se il docente vuol catturare la loro attenzione, deve mostrare filmati, immagini, grafici, fare spettacolo. D'altra parte anche nelle imprese i manager ormai usano solo presentazioni visive con frasi che riportano i fatti salienti, le idee-chiave e le tappe da seguire. E alla fine non c'è nessuno che riassume tutta l'argomentazione e ne trae una rigorosa conclusione logica. È questo modo di pensare frammentato una ragione dei gravi errori che vengono compiuti sia in economia (pensiamo all'euro) sia in politica. E spiega perché spesso, dopo tanti dibattiti, le decisioni intelligenti finisce per prenderle uno solo. È fortunata l'impresa o il partito che ha un capo capace di elaborare i problemi complessi in una sintesi elementare ed arrivare ad una decisione chiara. La scienza è semplificazione, il genio è semplificazione e la verità è semplice.
Francesco Alberoni


Nella prima parte del suo articolo, non posso che essere d’accordo con ciò che espone con estrema chiarezza Franceso Alberoni. Nel breve scritto si evidenzia uno dai problemi che tocca da vicino il dialogo frammentato di tutti coloro che oggi sembrano non accompagnarlo attraverso un essenziale filo logico: Capita spesso di avere un dialogo con i giovani e di trovarsi in grande difficoltà nel recepirne il contenuto, poiché la continua frammentazione, spezza il filo logico al quale siamo abituati. Non a caso il sociologo dà rilievo al tema di “un pensiero  distrutto” individuandolo come pensiero frammentato tendente alla ricerca di conclusioni frettolose che, seppur intuitive non definiscono mai una argomentazione logica. Un pensiero, oggi, purtroppo alimentato, quasi esclusivamente, dai moderni congegni tecnologici messi a disposizione e non supportato dalle fondamentali letture che, al contrario impegnerebbero il pensiero in una logica della mente ben diversa. 
La sua conclusione sulle decisioni, però, mi trova solo in parte d’accordo, poiché mi sembra un po’ troppo riduttiva ed.. in un punto, non del tutto adattabile alla politica: trarre una conclusione logica in politica mi sembra cosa assai diversa che prendere decisioni in una azienda!
Quando Alberoni, (ponendolo sullo stesso piano di una Azienda) ritiene fortunato un Partito perché a capo di esso vi è una figura capace di elaborare i problemi complessi in una sintesi elementare per arrivare ad una decisione chiara, non sembra percepire la enorme differenza e le diverse problematiche che esistono in una disciplina politica.. che non deve definire la vendita..nè la promozione di un prodotto, ma il percorso di una società dove entrano logiche culturali e fondamentali valori.  
“Un unico leader che riassume nella propria figura e nel suo linguaggio una sintesi decisionale” può aiutare la scienza..ma non propriamente la cultura di una politica che in sé non è solo scienza e deve anche esprimere idee ed arte nella sua continua attività di ricerca.
vincenzo cacopardo 


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