19 gen 2014

ESTEROFILIA E GLOBALIZZAZIONE…


di vincenzo cacopardo

L’esterofilia e la globalizzazione..quanto possono nuocere alla nostra qualità? Una domanda sulla quale dovremmo immedesimarci con estrema attenzione!.. 

Non v’è dubbio che la globalizzazione abbia influito su un certo appiattimento dell’economia di un paese come il nostro.. che ha dovuto pagarne i conti per via di un meccanico processo di svalutazione del prodotto, finendo col metterci in una ricorrente competizione..persino sleale. In sostanza..se l’Italia, come è sempre risultato evidente..ha posseduto una marcia in più dovuta alla sua innata creatività, l’azione di allargamento del mercato globalizzato, non le ha di certo giovato, poiché ha continuato a spingerla nel gioco perverso di quella produzione tendente a privarla delle sue particolari attitudini.

La natura..il gusto…la sua cucina..il design..la moda e la particola ingegnosità nell’affrontare il progresso, avevano sempre posto il nostro Paese in uno stato di vantaggio rispetto alle altre Nazioni, ma è proprio l’attuale processo di globalizzazione che sembra averlo condannato!.. 
Lo scopo di chi ha a cuore il sostegno di una crescita del nostro mercato dovrebbe essere quello di poter sostenere un percorso di qualità diverso ed unico! L’accostamento a certe scopiazzature, che sembrano persino imposte, seguendo modelli e paradigmi delle altre Nazioni, difficilmente potrà aiutarci per superare una crisi... che non pare essere di solo stampo economico ....ma anche concettuale: Più ci si avvicina ai modelli provenienti dall’esterno, maggiore sarà la perdita dei valori all’interno del nostro Paese..e più difficilmente vi sarà una ricrescita qualitativa.

Il nostro Paese rischia di perdere ogni percezione di quelle caratteristiche che le appartengono di natura, come per quello che riguarda la produzione industriale, anche per la politica ed in tutte le tematiche di tipo sociale, sembra ormai avere la dannosa tendenza a copiare modelli provenienti dall’esterno senza seguire, attraverso le note capacità, quella che è sempre stata per propria natura, la propria creatività....Mai ...come oggi...serve più creatività che certi insensati tecnicismi!
Creare..però.. non significa solo disegnare prototipi innovativi nel campo dell’industria, ma anche riuscire nello studio di un modello sociale e politico che, con la naturale forza delle nostra genialità, potrebbe risultare unico, lungimirante e piu' funzionale che negli altri Paesi. 
Nessuna nostra politica odierna parla, oggi, in termini di qualità e di idee ed anche il nostro sistema economico tende a marciare e vivere cinicamente di riflesso ad un’economia globale forzata da una primaria esigenza di produzione: Un percorso che dovrebbe essere dettato da idee che siano il risultato di una ricerca culturale profonda e poste in proiezione con maggior ottimismo e senza inutili scopiazzature. 

Il nostro Paese potrà riuscire a venir fuori dalla odierna sfida dei mercati economici solo attraverso una strada che possa metterlo in giusta competizione con gli altri paesi. Una competizione che oggi si può vincere solo con un percorso basato sulla creativita' anche per quanto riguarda la politica e le sue istituzioni da riformare. L’esterofilia pare averci condizionato ed inglobato.. sembra tanto cresciuta.. quanto più si è andato incontro ad un processo di globalizzazione. Ha danneggiato il nostro modo di pensare e di riflesso continua a deteriorare una nostra innata qualità! 

Se può essere vero che ogni interscambio culturale risulta utile per la stessa interazione fra i Paesi del mondo, non è detto che si debba soggiacere di continuo ai modelli usati nelle altre nazioni che, anche storicamente, potrebbero aver vissuto in un contesto culturale del tutto differente.




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