19 gen 2014

La posta di Paolo Speciale

NON SOLO MARKETING di Paolo Speciale


In un tempo di grandi speranze che segue a quello della sparizione di ogni certezza come non guardare con fiducia – si spera ben riposta – ad un concreto accenno di grande intesa per il varo del progetto di una nuova legge elettorale?
La Suprema Corte, nel dichiarare la non conformità alla magna charta del nostro modo- sino all'ultima consultazione efficace– di esercizio della espressione più nobile della democrazia quale è il voto, si era affrettata, in ossequio aduno dei tanti princìpi di “statica garanzia strutturale” presenti nei nostri codici quale la indefettibilità del Parlamento e della funzione legislativa svolta, a dichiarare la legittimità delle Camere fino alla indizione di nuove elezioni. Ma ha anche contestualmente – e perentoriamente – dichiarato, in assenza di futura normazione in materia, la “naturale” legittimità del sistema cosiddetto proporzionale puro, in quanto vessillo basilare della liceità e validità del suffragio popolare.
E' l'evoluzione dei sistemi e il parallelo sviluppo della filosofia della politica che determina la pari legittimità dell'alternativo criterio “maggioritario”, che così si istituzionalizza anche in Europa quale antidoto – come affermato oggi dallo stesso Renzi – avverso la minaccia ricattatoria delle piccole formazioni partitiche che determina la instabilità degli esecutivi.
Renzi non può però permettersi di non comprendere la priorità di avversare anche la pericolosa deriva del leaderismo ammaliatore che tanti danni ha arrecato nell'ultimo ventennio al nostro sistema, contribuendo non poco alla odierna –non edificante - accezione della politica, complice la crisi economica internazionale e gli scandali connessi ad una irresponsabile – e reiterata nel tempo - gestione delle risorse pubbliche, che ha reso ingravescente una collettiva situazione di disagio sinora opportunamente non degenerata.
Il rispetto delle minoranze, prima ancora che delle opposizioni laddove le prime possano costituire forza di maggioranza e le seconde possano essere costituite anche da grandi partiti, va garantito sine die.
Non siamo convinti affatto del princìpio del governo del più forte “tout court”. Siamo convinti sostenitori del princìpio secondo cui vanta piena legittimità di azione un governo che consti di ogni rappresentanza che, unita ad altre in forza della condivisione di un programma di legislatura, sia soggetta all'unica coazione normativa che riteniamo necessaria per la stabilità, quella di non potere ritirare la propria delegazione dall'esecutivo, concorrendo operosamente all'attuazione dell'indirizzo politico scelto, affidando al costante confronto e dialogo ogni diversa interpretazione delle strategie da attuare nella guida di un Paese che ha tanto bisogno della Politica Vera, non del vero marketing.


Quelle che scrive l’amico Paolo sono considerazioni profonde di chi guarda, come me, alla politica nella sua azione primaria. Purtroppo sono davvero pochi i lettori in grado di immedesimarsi su questi specifici argomenti! La maggior parte si occupa di problematiche specifiche: Sanità, scuola, azioni amministrative locali, diritti, territorio, legalità…etc. Non che questi non siano temi necessari ed importanti, ma difficili da risolvere se prima non si identifica un vero funzionamento da cui dipende tutto. Capire in profondità l’importanza propedeutica di un’azione della politica, senza la quale nulla potrà mai risolversi se non si definisce una giusta azione di governabilità stabilita secondo una migliore partecipazione democratica
v.cacopardo



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