Due
parole sul delitto che ha interessato la nostra nazione coinvolgendo una
cittadina americana che ancora oggi si ritiene vittima di un sistema
giudiziario viziato da procedure sconclusionate, lunghe e pericolose. Ricordiamo
che Meredith Kercher venne uccisa a Perugia la notte tra il 1 e il 2 novembre
del 2007. Sollecito e Knox vennero condannati in primo grado ed assolti in
appello, provvedimento dopo il quale furono scarcerati. Per il delitto sta
invece scontando una condanna definitiva a 16 anni l'ivoriano Rudy Guede. Una nuova sentenza la condanna adesso a 28 anni di reclusione.
La bella Amanda, ormai rientrata negli Stati Uniti ..dopo la precedente
sentenza della Corte d’Appello che la assolveva, ha espresso chiaramente le sue
intenzioni nel non voler tornare nel nostro Paese. Non entrando nel merito ed in
attesa delle motivazioni, possiamo solo esprimere un breve parere sul pensiero
americano circa il confronto col nostro sistema di giustizia.
Se può
essere vero che nel nostro Paese si è spesso dato estremo potere ad una certa
magistratura requirente e anche vero che altrettanto non può dirsi per ciò che
riguarda i giudici ed collegi giudicanti che generalmente operano in direzione
di complicate sentenze…Il vero problema della nostra giustizia rimane soprattutto
sui lunghi tempi.. amplificati dalla miriade di artifici sulle procedure.
Ma
andiamo al dubbio!..Sappiamo tutti come negli USA ci si interroghi di continuo sulla presunzione di
colpevolezza o di innocenza. Il dubbio rimane
il delicatissimo centro del lavoro dei giudici americani. Ma che cosa è
esattamente il dubbio? Nella giustizia americana si prende in grande
considerazione questa frase guida per ogni sentenza con cui il giudice, prima
che la giuria si ritiri a giudicare, esorta i giurati a considerare bene. Nell'amministrazione
solitamente garantista americana, il
ragionevole dubbio su una eventuale colpevolezza deve sempre giocare pro reo: Insomma..
meglio un assassino libero che un innocente in prigione.
Qualcuno afferma che… dato che il dubbio deve essere
ragionevole, esiste uno strumento che permette di misurare fino a che punto
qualcosa può definirsi ragionevole? Premesso
che, per procedere alla condanna, anche il più piccolo dei dubbi deve essere
superato…è giusto dire che non deve sopravvivere nemmeno un briciolo d’incertezza
residua?Ma chi stabilisce quanto sia grande questa incertezza? In che misura la responsabilità deve distaccarsi al di sopra del dubbio? Una decisione oltre
ogni ragionevole dubbio e', quindi, un giudizio che non lascia spazio,
nemmeno microscopico, all’incertezza, perche' ogni passaggio della decisione
trae supporto da processi logici rigorosi, guidati dalla piu' granitica ragione
Per il
caso di Amanda knox e Raffaele Sollecito.. giudicati da una giustizia italiana
ben diversa e meno costretta da un ragionevole dubbio, per un più limitato
garantismo, bisogna forse tenere in maggior considerazione gli svantaggi
costruiti dalla logica perversa della nostra giustizia fortemente condizionata
dalle procedure e dagli stadi di giudizio che impongono passaggi obbligati più
lunghi, ma ..che a volte ..potrebbero risultare più sicuri.
Al di là
delle sentenze contraddittorie che continuano ad alternarsi per questo delicato
caso, lo scatenarsi contro una giustizia lenta e complessa come la nostra, è sicuramente legittimo, ma
quando la mettiamo a confronto con quella americana, non possiamo nemmeno
restare indifferenti rispetto ai tanti giudizi affrettati e condotti attraverso
il garantismo del loro principio del ragionevole dubbio. Chiunque tra il
garantismo verso una libertà ed un giustizialismo che condanna, sarebbe
propenso a battersi per il primo, ma nel complesso ed atroce caso di Meredith_Kercher, vi potrebbero essere ragionevoli dubbi
di colpevolezza resi più evidenti da un comportamento quasi instabile e
volubile della stessa Amanda Knox….Prima di andare oltre…nel ragionevole
dubbio, aspetteremo le motivazioni della sentenza..
vincenzo
cacopardo
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