di vincenzo cacopardo
Abbiamo ormai capito che il giovane Renzi è un ambizioso, ma quello che lascia più perplessi è il suo incedere troppo sicuro ai limiti della presunzione. Un personaggio dedito al comando che, per sua stessa ammissione, ama le sfide. Quello che meno si sopporta.. è la figura da missionario che lui stesso vuole imporre..il suo far credere che in lui si è accesa la luce della ragione suggerita dal Padreterno..che lui è la guida illuminata..il nuovo Messia politico da seguire per risolvere tutti i nostri problemi.
Abbiamo ormai capito che il giovane Renzi è un ambizioso, ma quello che lascia più perplessi è il suo incedere troppo sicuro ai limiti della presunzione. Un personaggio dedito al comando che, per sua stessa ammissione, ama le sfide. Quello che meno si sopporta.. è la figura da missionario che lui stesso vuole imporre..il suo far credere che in lui si è accesa la luce della ragione suggerita dal Padreterno..che lui è la guida illuminata..il nuovo Messia politico da seguire per risolvere tutti i nostri problemi.
Ma chi ha deciso che il nostro destino deve essere affidato
nelle mani di una figura così ambiziosa, quando.. soprattutto per quanto
riguarda le complesse soluzioni delle riforme istituzionali ( che rappresentano
le vere regole di democrazia sulle quali si innesta il percorso politico del nostro
futuro ).. queste dovrebbero essere suggerite attraverso un consenso popolare?
A detta di molti..il discorso al Senato del giovane premier è
sembrato fin troppo generico ed..in alcuni punti persino retorico..il suo
dilungarsi tra ilarità e serietà.. è
apparso studiato più del suo stesso programma.. dettato in linee assai sommarie.
La sua ostentata diplomazia al limite della adulazione si è messa in evidenza
come a voler stemperare la sua troppo scoperta ambizione. E’ un furbo
comunicatore ( di cui in realtà.. oggi..avremmo poco bisogno) che però, non
sembra intuire le problematiche insite alla base della politica, pretendendo di
poter risolvere il tutto..attraverso il pragmatismo amministrativo di chi opera
nella funzione di sindaco di un comune. A differenza di lui, nel suo stesso Partito, il giovane
Civati, dimostra maggior intuito politico ed una minore determinazione, mordendo
il freno in attesa dello svolgersi del programma da parte di chi si propone con
enfasi come il nuovo sindaco d’Italia.
Si pensa che oggi vi possa essere bisogno di simili
personalità..sperando in un loro successo e di conseguenza ad un esito positivo
per il paese e questo non possiamo che sperarlo..fino a quando ancora la
speranza ci accompagnerà. I tempi stringono e le figure si impongono in un gioco
di comunicazione tendente a catturare consensi..ma malgrado ciò il distacco con
la politica ha ancora una forbice molto elevata.
La faccenda comunque, per il giovane Matteo si farà più complicata
per via delle due maggioranze con le quali dovrà convivere. Viene in proposito
una frase “Nemo potest duo bus dominis servire”….ossia.. nessuno può servire due padroni, perché amerà l’uno ed
odierà l’altro, e si affezionerà all’uno disprezzando l’altro. (non a caso
parole tratte dal Vangelo secondo Matteo,VI,24 ).
Nessun commento:
Posta un commento