8 feb 2014

Una risposta alla nuova nota di Domenico Cacopardo

È doloroso constatarlo
 di domenico Cacopardo
È doloroso constatarlo, ma il governo Letta è completamente fuori strada.
La Fiat se ne va. La Frau diventa americana. L’Elettrolux o va o riduce le retribuzioni del 50%. L’Italsider di Taranto boccheggia tra un sequestro, un mandato di cattura e l’impossibilità di garantire la retribuzione alle migliaia di dipendenti. Intere strade commerciali sono desertificate e il numero dei poveri veri è cresciuto in modo esponenziale.
Enrico Letta si reca nella penisola arabica a trattare improbabili affari a parte la svendita di Alitalia e l’affossamento di Milano Malpensa.
La Telecom, privata della partecipazione argentina, sta per privarsi di quella ricca brasiliana mentre gli spagnoli ne prenderanno a breve il controllo.
Insomma, il crollo è già avvenuto e quelle che stanno cadendo sono le macerie dei cornicioni rimasti in piedi per caso.
Mentre tutto questo accade e molti media speculano cinicamente (è tempo di sciacalli) sulle disgrazie, aggravandole per accrescere lo share, Enrico Letta, un Facta redivivo, si dedica alle relazioni internazionali. Come Maria Antonietta si occupa di brioches mentre la gente non ha il pane.
Certo non è tutta colpa sua. Il più indiziato è il ministro dell’economia Saccomanni che, alla propria insufficienza, aggiunge la totale incapacità di comunicare, di rendersi conto dell’esigenza degli italiani di capire quello che sta accadendo. Farfugliando parole incomprensibili, a Roma o Bruxelles, a questa o quella riunione provoca pasticci incredibili, dal taglio degli stipendi agli insegnanti a questo misterioso riconoscimento di valore della Banca d’Italia ch’era suo dovere –e di Ignazio Visco- spiegare con parole semplici e chiare.
L’altro buco nero è la giustizia. L’ennesimo svuota carceri, prima che un errore, è una sciocchezza, visto che il problema è tutto nella lentezza dei giudici penali, nell’inefficienza del sistema, nell’eccesso di carcerazioni preventive. E fa specie, soprattutto dopo le telefonatine tra il ministro e i Ligresti, sapere che Telecom si è aggiudicata, dopo un procedura non pubblica, l’appalto dei braccialetti da applicare ai detenuti in libertà vigilata. Fa specie, perché il figlio del ministro in parola da un anno circa è uno dei top manager della Telecom medesima e i sospetti di conflitto di interessi hanno investito i palazzi romani e le redazioni dei giornali.
Non siamo in condizione di giudicare Zanonato e Giovannini, un politico e un tecnico che non riescono a comunicare nulla: dovrebbero raccontare il percorso che stiamo faticosamente affrontando per uscire dalla crisi e non sanno cosa dire, da che parte cominciare.
Il ministro degli esteri è latitante: non si vede e non si sente. Certo, è noto a tutti, le scelte del personale di governo sono state compiute dal Quirinale per l’interpretazione soccorrevole del proprio ruolo del softleninista Giorgio Napolitano.
Non si tratta di attentato alla Costituzione, ma di un protettorato steso sin dall’infelice scelta di Mario Monti e della sua compagnia di professori. Un protettorato così avvolgente può soffocare la Repubblica.
Tutto questo è brodo di coltura per Grillo, Casaleggio e le loro truppe parlamentari e non. Anche perché essi intendono aggravare la situazione sino al crollo della democrazia. Ma offrono agli italiani una via d’uscita peggiore del male che combattono.
Qualcuno, al Quirinale, a palazzo Chigi, in via delle Fratte (Pd) e nelle sedi dei partiti che, comunque, hanno ottenuto il sostegno popolare, deve farsi carico del problema dei problemi: il cambio di passo non può essere compiuto con questa gente. Il rinnovamento deve investire il governo. E Matteo Renzi non può continuare a nascondersi dietro il siparietto delle legge elettorale e delle riforme istituzionali.
L’ha chiaramente annunciato anche Squinzi, il cauto presidente di Confindustria: ora basta.


Come non si può condividere questa analisi schietta e severa del cugino Cacopardo? Tra tutti i periodi bui degli ultimi anni, questo sembra essere il peggiore, malgrado le continue sicurezze espresse dal Premier Letta. La situazione sembra stagnare nel peggiore dei modi perché, oltre all’attesa di una contestata legge elettorale (messa su ad arte…come ultima strada.. da una politica che continua a simulare un cambiamento), si è anche sicuri che, col prossimo semestre europeo alle porte, sarà difficile poter sperare in qualche miglioramento. Abbiamo preso un abbrivo strano e sembriamo intrappolati in un percorso irrazionale come trasportati da un destino..sicuro frutto del passato di una politica non lungimirante.
Possiamo essere certi che il giovane Renzi, pur armato di voglia di fare, non si esporrà mai in questo frangente così delicato, come possiamo esser sicuri del cattivo servizio reso alla politica governativa di alcuni ministri a cui fa riferimento il consigliere Cacopardo. Mi domando, in proposito, cosa possiamo farcene dei tecnici se questi sono i risultati ai quali ci hanno condotto…
Se per quanto riguarda il futuro sembriamo doverci affidare al duo tanto plateale..quanto ambizioso e temerario Renzi-Berlusconi..quali unici ideatori delle regole della nostra prossima politica, nel frangente.. l’unica impercettibile speranza potremmo averla nell’ambito governativo con la sostituzione di alcuni ministri che non hanno  dimostrato alcuna capacità amministrativa in favore del Paese.
Se le prospettive restano alquanto comiche per quanto riguarda il futuro delle riforme…triste e penoso rimane il quadro di un premier incapace di impegnarsi con forza sull'indispensabile ricambio delle  figure del proprio governo.
v.cacopardo

  

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