È doloroso constatarlo
di domenico Cacopardo
È doloroso constatarlo, ma il governo
Letta è completamente fuori strada.
La Fiat se ne va. La Frau diventa
americana. L’Elettrolux o va o riduce le retribuzioni del 50%. L’Italsider di
Taranto boccheggia tra un sequestro, un mandato di cattura e l’impossibilità di
garantire la retribuzione alle migliaia di dipendenti. Intere strade commerciali
sono desertificate e il numero dei poveri veri è cresciuto in modo
esponenziale.
Enrico Letta si reca nella penisola
arabica a trattare improbabili affari a parte la svendita di Alitalia e
l’affossamento di Milano Malpensa.
La Telecom, privata della partecipazione
argentina, sta per privarsi di quella ricca brasiliana mentre gli spagnoli ne
prenderanno a breve il controllo.
Insomma, il crollo è già avvenuto e
quelle che stanno cadendo sono le macerie dei cornicioni rimasti in piedi per
caso.
Mentre tutto questo accade e molti media
speculano cinicamente (è tempo di sciacalli) sulle disgrazie, aggravandole per
accrescere lo share, Enrico Letta, un Facta redivivo, si dedica alle relazioni
internazionali. Come Maria Antonietta si occupa di brioches mentre la gente non
ha il pane.
Certo non è tutta colpa sua. Il più
indiziato è il ministro dell’economia Saccomanni che, alla propria insufficienza,
aggiunge la totale incapacità di comunicare, di rendersi conto dell’esigenza
degli italiani di capire quello che sta accadendo. Farfugliando parole
incomprensibili, a Roma o Bruxelles, a questa o quella riunione provoca
pasticci incredibili, dal taglio degli stipendi agli insegnanti a questo
misterioso riconoscimento di valore della Banca d’Italia ch’era suo dovere –e
di Ignazio Visco- spiegare con parole semplici e chiare.
L’altro buco nero è la giustizia.
L’ennesimo svuota carceri, prima che un errore, è una sciocchezza, visto che il
problema è tutto nella lentezza dei giudici penali, nell’inefficienza del
sistema, nell’eccesso di carcerazioni preventive. E fa specie, soprattutto dopo
le telefonatine tra il ministro e i Ligresti, sapere che Telecom si è
aggiudicata, dopo un procedura non pubblica, l’appalto dei braccialetti da
applicare ai detenuti in libertà vigilata. Fa specie, perché il figlio del
ministro in parola da un anno circa è uno dei top manager della Telecom
medesima e i sospetti di conflitto di interessi hanno investito i palazzi
romani e le redazioni dei giornali.
Non siamo in condizione di giudicare
Zanonato e Giovannini, un politico e un tecnico che non riescono a comunicare
nulla: dovrebbero raccontare il percorso che stiamo faticosamente affrontando
per uscire dalla crisi e non sanno cosa dire, da che parte cominciare.
Il ministro degli esteri è latitante: non
si vede e non si sente. Certo, è noto a tutti, le scelte del personale di
governo sono state compiute dal Quirinale per l’interpretazione soccorrevole
del proprio ruolo del softleninista Giorgio Napolitano.
Non si tratta di attentato alla
Costituzione, ma di un protettorato steso sin dall’infelice scelta di Mario
Monti e della sua compagnia di professori. Un protettorato così avvolgente può
soffocare la Repubblica.
Tutto questo è brodo di coltura per
Grillo, Casaleggio e le loro truppe parlamentari e non. Anche perché essi
intendono aggravare la situazione sino al crollo della democrazia. Ma offrono
agli italiani una via d’uscita peggiore del male che combattono.
Qualcuno, al Quirinale, a palazzo Chigi,
in via delle Fratte (Pd) e nelle sedi dei partiti che, comunque, hanno ottenuto
il sostegno popolare, deve farsi carico del problema dei problemi: il cambio di
passo non può essere compiuto con questa gente. Il
rinnovamento deve investire il governo. E Matteo Renzi non può continuare a
nascondersi dietro il siparietto delle legge elettorale e delle riforme
istituzionali.
L’ha chiaramente annunciato anche Squinzi,
il cauto presidente di Confindustria: ora basta.
Come non si può condividere questa analisi
schietta e severa del cugino Cacopardo? Tra tutti i periodi bui degli ultimi
anni, questo sembra essere il peggiore, malgrado le continue sicurezze espresse
dal Premier Letta. La situazione sembra stagnare nel peggiore dei modi perché, oltre
all’attesa di una contestata legge elettorale (messa su ad arte…come ultima strada.. da
una politica che continua a simulare un cambiamento), si è anche sicuri che,
col prossimo semestre europeo alle porte, sarà difficile poter sperare in qualche miglioramento. Abbiamo preso un abbrivo strano e sembriamo intrappolati in un
percorso irrazionale come trasportati da un destino..sicuro frutto del passato di una
politica non lungimirante.
Possiamo essere certi che il giovane
Renzi, pur armato di voglia di fare, non si esporrà mai in questo frangente
così delicato, come possiamo esser sicuri del cattivo servizio reso alla
politica governativa di alcuni ministri a cui fa riferimento il consigliere Cacopardo.
Mi domando, in proposito, cosa possiamo farcene dei tecnici se questi sono i
risultati ai quali ci hanno condotto…
Se per quanto riguarda il futuro
sembriamo doverci affidare al duo tanto plateale..quanto ambizioso e temerario
Renzi-Berlusconi..quali unici ideatori delle regole della nostra prossima politica,
nel frangente.. l’unica impercettibile speranza potremmo averla nell’ambito
governativo con la sostituzione di alcuni ministri che non hanno dimostrato alcuna capacità amministrativa in
favore del Paese.
Se le prospettive restano alquanto
comiche per quanto riguarda il futuro delle riforme…triste e penoso rimane il
quadro di un premier incapace di impegnarsi con forza sull'indispensabile ricambio
delle figure del proprio governo.
v.cacopardo
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