L’impressione che il governo sia una
filodrammatica di periferia diventa sempre più forte. E il problema vero,
grande come una casa, non è l’insufficienza delle persone, ma la constatazione
che, nominandole, Matteo Renzi ha mostrato di non rendersi conto di quale
compito e di quali responsabilità le investiva. Nessuna consapevolezza, quindi,
del problema dei problemi: governare l’Italia al tempo dell’Europa, avendo a
disposizioni limitatissime opzioni, tutte di impervia attuazione.
Certo, scorrendo i curricula dei ministri (non parliamo dei viceministri e dei
sottosegretari), si ha la conferma che si tratta di quadri intermedi di partito
catapultati al vertice del Paese da una cabala composta da simpatie e fiducia
personali del presidente del consiglio e da esigenze correntizie.
A parte Pier Carlo Padoan, naturalmente.
Partiamo da Roberta Pinotti, ministro
della difesa. Laurea in lettere, nel 2006 presiede la commissione difesa. Vi
sembra che basti per dirigere il ministero della
forza, una sorta di Esteri in sedicesimo, tenuto saldamente in mano dalla
lobby dei generali e degli ammiragli? In un eventuale scontro, chi ne uscirebbe
stritolato?
E la Mogherini? Laurea in scienze
politiche (manovalanza intellettuale), al dipartimento esteri dei Ds (addetta,
poi responsabile), quindi alle pari opportunità. Partecipazioni a convegni.
Qual è la sua caratura interna e internazionale? Può affrontare il tempo del
2014, la rete di diplomatici disseminati nel mondo, i casi scottanti, dall’Ucraina
all’Afghanistan (quest’anno alle prese con il disimpegno occidentale), alla
questione marò? Quali lingue conosce
e parla, la dottoressa Mogherini?
Maurizio Martina all’agricoltura si è
sempre occupato per i Ds e per il Pd di agricoltura: infatti, è diplomato
all’istituto tecnico agrario di Bergamo.
Altro caso eclatante quello di Andrea
Orlando, una carriera nei vari dipartimenti del Pd, compreso quello della
giustizia. Per un oscuro funzionario di partito, Renzi ha lasciato a casa il
procuratore antimafia Gratteri che avrebbe rivoltato la giustizia come un
calzino, visto che conosce peccati e peccatori.
Maria Elena Boschi è avvocato e
neodeputata. La giovane età rende il suo background
prossimo allo zero: ministro dei rapporti col Parlamento e per le riforme
costituzionali. Marianna Madia, deputata dal 2008, nei momenti liberi dal
puerperio e dalle necessità della creatura in arrivo si dedicherà al compito di
riformare la pubblica Amministrazione. Roba da ridere.
Per oggi fermiamoci qui.
È vero che il governo è solo Renzi. Ma
questo non attenua la preoccupazione: vuoi vedere che la sua sicurezza è solo
sicumera? E che dietro a quel volto simpatico da ex boyscout non ci sia altro che l’ex boyscout?
Domani (non dopodomani), se il quadro
indiziario dell’insufficienza del governo e del primo ministro venisse
confermata e provocasse qualche disastro, Napolitano non avrà altri cui
rivolgersi, a sinistra, che qualche politico collaudato.
Un nome a caso: Massimo D’Alema.
Anch’io non ho mai nascosto di nutrire
forti dubbi sui dilettanti allo sbaraglio che dovrebbero governare promuovendo il nuovo cambiamento.
Se di Renzi ho sempre sottolineato la forte vena ambiziosa
ed il suo incedere troppo determinato che lo vede spavaldo all’avventura come il nuovo
Davide sfidare un gigante pari a Golia,
per quanto riguarda la squadra che lo accompagna coadiuvata dai nuovi sottosegretari.. ricercati attraverso pesi e misure particolari, mi trovo ancora più dubbioso.
Penso comunque che, dovendoci affidare alla tanto precaria…quanto non desiderata.. prova di coraggio, e sforzandoci di guardare in positivo, potremmo pensare che almeno sul lavoro, il giovane sindaco d’Italia, riuscirà a smuovere qualcosa. Ma non possiamo nemmeno esser certi che ciò si dovrà a lui od alla capacità della sua squadra di governo, in quanto... le calde problematiche del lavoro, devono potersi risolvere pena una rivoluzione totale del Paese. L’Europa ne è cosciente e per questa ragione.. offrirà a Renzi ogni sostegno in proposito, salvo rinchiuderlo in un ristretto cerchio per ciò che riguarda le riforme costituzionali dalle quali dipende persino la formazione dei Partiti in ambito internazionale…insomma lo inviterà e (potendo) continuerà a spingerlo verso la determinazione chiara di un Bipolarismo secco che possa contrapporre le solite vecchie logiche di una politica che tanto comodo continua a fare alle forti lobby che dirigono il gioco.
v.cacopardo
Penso comunque che, dovendoci affidare alla tanto precaria…quanto non desiderata.. prova di coraggio, e sforzandoci di guardare in positivo, potremmo pensare che almeno sul lavoro, il giovane sindaco d’Italia, riuscirà a smuovere qualcosa. Ma non possiamo nemmeno esser certi che ciò si dovrà a lui od alla capacità della sua squadra di governo, in quanto... le calde problematiche del lavoro, devono potersi risolvere pena una rivoluzione totale del Paese. L’Europa ne è cosciente e per questa ragione.. offrirà a Renzi ogni sostegno in proposito, salvo rinchiuderlo in un ristretto cerchio per ciò che riguarda le riforme costituzionali dalle quali dipende persino la formazione dei Partiti in ambito internazionale…insomma lo inviterà e (potendo) continuerà a spingerlo verso la determinazione chiara di un Bipolarismo secco che possa contrapporre le solite vecchie logiche di una politica che tanto comodo continua a fare alle forti lobby che dirigono il gioco.
v.cacopardo
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