9 mar 2014

L’Europa sottovaluta i territori meridionali


UN DIVARIO INARRESTABILE
di vincenzo cacopardo
Credo anch’io che una certa brezza mediterranea potrebbe aiutare l’unità europea… un valore aggiunto indispensabile per far crescere un’economia più equilibrata e per non arginare quelle problematiche del sud di evidente natura infrastrutturale. Le forze sociali, economiche e culturali dovrebbero riflettere sulla questione che oggi rappresenta un ostacolo per la crescita di tutta l’ Europa, la quale non può che soffrire di quel mancato sviluppo di tutti i paesi della fascia meridionale.

L’Italia, in proposito....deve riac­qui­sire un ruolo predominante ed il nostro governo, prendendo spunto dalle proprie difficoltà economiche, dovrebbe porre il nostro Paese come fondamentale punto d'incon­tro euro-mediterraneo. A tal proposito sarebbe opportuno creare una alleanza tra tutti paesi del Sud Europa e quelli del Medi­ter­ra­neo, per contrapporsi in modo armonico e costruttivo a quello sviluppo errato che persevera nella fallimentare opera di apertura verso est, trascurando il crescente handicap formatosi nei suoi territori meridionali.

Queste problematiche potrebbero meglio essere portate avanti se non si sostenesse con energia una politica interna della nostra Nazione a solo beneficio dei territori del nord (spinta dalla politica assurda di una Lega Nord), se vi fosse una vera collaborazione ed una soli­da­rietà tra i lavo­ra­tori del Sud e del Nord–Europa. Oggi questa solidarietà sembra mancare e non porta benefici in favore dell’intero paese, compromettendo persino l’ atteggiamento di tutti i paesi europei che ci guardano da fuori. 

Questi i dati della crisi degli ultimi anni al Sud che sono preoccupanti e fin troppo  sottovalutati: - Dal 2008 al 2013 il Pil è sceso di quasi l’11% con­tro il 6% nel Centro-Nord, la disoc­cu­pa­zione “uffi­ciale” sfiora il 23% con­tro l’8% del Nord e il 12% del Cen­tro Ita­lia, una fami­glia su quat­tro sotto il livello di povertà, con­tro una fami­glia su sei nel resto del paese.

La mancanza delle necessarie infrastrutture per la naturale crescita economica sono evidenti. Creare un Europa unita è un sogno che viene da lontano. Sono passati sessant’anni da quando Schuman propose la sua “ Comunità europea del carbone dell’acciaio”. Questi lunghi anni che hanno visto uno smisurato progresso e l’affermazione culturale di alcune comunità rispetto ad altre. Un progresso disuguale che non può essere sottovalutato quando si affronta un’unione di questa portata. Sono stati commessi errori di metodo enormi da parte di tutta la politica, ciò non toglie che il vero rischio odierno è quello di perseverare in un’economia globalizzata che renderà sempre più ricchi e progrediti alcuni paesi già ricchi, accentuando quel divario con alcuni paesi della Comunità resi ancor più poveri dallo sforzo per l’unificazione e perennemente trascurati da una generica e sommaria visione d’insieme. 

Un tema necessario da risolvere..in quanto.. la mancata crescita dei paesi del sud non potrà mai rendere forza alla stessa crescita dell’intera Comunità.


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