Credo anch’io
che una certa brezza mediterranea potrebbe aiutare l’unità europea… un valore
aggiunto indispensabile per far crescere un’economia più equilibrata e per non
arginare quelle problematiche del sud di evidente natura infrastrutturale. Le forze sociali,
economiche e culturali dovrebbero riflettere sulla questione che oggi
rappresenta un ostacolo per la crescita di tutta l’ Europa, la quale non può che soffrire di quel mancato sviluppo di tutti i paesi della fascia meridionale.
L’Italia, in proposito....deve riacquisire un
ruolo predominante ed il nostro governo, prendendo spunto dalle proprie
difficoltà economiche, dovrebbe porre il nostro Paese come fondamentale punto
d'incontro euro-mediterraneo. A tal proposito sarebbe opportuno creare una
alleanza tra tutti paesi del Sud Europa e quelli del Mediterraneo, per
contrapporsi in modo armonico e costruttivo a quello sviluppo errato che
persevera nella fallimentare opera di apertura verso est, trascurando il
crescente handicap formatosi nei suoi territori
meridionali.
Queste problematiche potrebbero
meglio essere portate avanti se non si sostenesse con energia una politica
interna della nostra Nazione a solo beneficio dei territori del nord (spinta dalla
politica assurda di una Lega Nord), se vi fosse una vera collaborazione ed una solidarietà
tra i lavoratori del Sud e del Nord–Europa. Oggi questa solidarietà
sembra mancare e non porta benefici in favore dell’intero paese, compromettendo
persino l’ atteggiamento di tutti i paesi europei che ci guardano da fuori.
Questi
i dati della crisi degli ultimi anni al Sud che sono preoccupanti e fin troppo sottovalutati: - Dal 2008 al 2013 il Pil
è sceso di quasi l’11% contro il 6% nel Centro-Nord, la disoccupazione
“ufficiale” sfiora il 23% contro l’8% del Nord e il 12% del Centro Italia,
una famiglia su quattro sotto il livello di povertà, contro una famiglia su
sei nel resto del paese.
La mancanza delle necessarie
infrastrutture per la naturale crescita economica sono evidenti. Creare un
Europa unita è un sogno che viene da lontano. Sono passati sessant’anni da
quando Schuman propose la sua “ Comunità europea del carbone dell’acciaio”. Questi
lunghi anni che hanno visto uno smisurato progresso e l’affermazione culturale
di alcune comunità rispetto ad altre. Un progresso disuguale che non può essere
sottovalutato quando si affronta un’unione di questa portata. Sono stati
commessi errori di metodo enormi da parte di tutta la politica, ciò non toglie
che il vero rischio odierno è quello di perseverare in un’economia globalizzata
che renderà sempre più ricchi e progrediti alcuni paesi già ricchi, accentuando
quel divario con alcuni paesi della Comunità resi ancor più poveri dallo sforzo
per l’unificazione e perennemente trascurati da una generica e sommaria visione
d’insieme.
Un tema necessario da risolvere..in quanto.. la mancata crescita dei
paesi del sud non potrà mai rendere forza alla stessa crescita dell’intera Comunità.
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