17 mar 2014

IL LAVORO...TRA GIOVANI E JOB ACT ....

di vincenzo cacopardo

Quando con il Decreto Legge del 24 gennaio 2012 , convertito in legge il 24 marzo 2012,  con il governo Monti.. si rendeva possibile la costituzione di società semplificate, a responsabilità limitata, da parte degli under 35, con costi minimi e con particolari condizioni di vantaggio, si pensava di rendere più agevole l’iniziativa di lavoro dei giovani. C’èra interesse e molta voglia di scommettere e di combattere la gravissima recessione in corso e la devastante disoccupazione che, soprattutto al sud, colpiva oltre il 50% dei giovani. A migliaia di giovani si sarebbe data la possibilità di aprire una srl semplificata senza i costi della tradizionale srl.
Quella iniziativa si proponeva come un impegno verso un’occasione di crescita e di sviluppo, ma oggi molti di questi giovani sono completamente sfiduciati verso le istituzioni del Paese che avevano loro promesso norme importanti per il  futuro. La semplificazione dei costi sulle iniziative del lavoro è oggi indispensabile nonostante le solenni promesse di ogni governo che, al di là di ogni scontata garanzia, non sembrano in grado di predisporsi nei fatti attraverso una metodologia costruttiva più fattibile. Ulteriori promesse arrivano oggi dal governo Renzi che attraverso il suo “Job Act” , pur interessandosi alle varie tipologie di lavoro attraverso le formulazioni di contratti a tempo determinato, non sembrano avvantaggiare uno sviluppo con la forza di una spinta propulsiva verso nuove iniziative.
Nuove intraprese andrebbero incoraggiate ed accompagnate soprattutto sul piano del contenuto innovativo che potrebbero apportare: contenuti anche qualitativi che definiscono la vera crescita. Se è vero che a Matteo Renzi interessano i ragazzi che non trovano un lavoro e non i sindacalisti o le associazioni di categoria, il problema oltre ad una indispensabile semplificazione, non può essere affrontato solo nell’ottica di consentire loro di lavorare, ma anche di come offrirgli un lavoro per predisporsi ad una crescita più utile e cioè… quello di incoraggiarli sulla messa in atto delle loro idee. A parte i  frequenti slogan del giovane Premier tipo: dobbiamo riprenderci l’orgoglio di essere italiani, la sua azione di rinnovamento nei confronti del lavoro giovanile.. dovrebbe essere quella di una nuova cultura basata soprattutto sulla qualità delle loro idee, altrimenti il rischio sarà quello di aumentare una spesa senza accompagnare una vera crescita.
Su alcune riforme più complesse…l’azione politica di Renzi, pur forte nella sua determinazione e nell’impulso verso un cambiamento, a volte appare grossolana: via Senato, via province e via consiglieri, via auto blu, via un po’ tutto...Un  'trancher' secco solo sulla base di un risparmio e senza una metodologia che possa far riflettere meglio verso una logica ed un’ analisi più ponderata.  L’unica logica che si scorge è quella un po’ populista ed un po’ retorica del  “Basta sprechi della politica, soldi nelle tasche dei cittadini”.

Nelle prossime ore il Presidente del consiglio incontrerà Angela Merkel per presentargli il suo piano del lavoro: Le sue parole sono “Le voglio semplicemente mostrare il percorso di riforme che l’Italia ha in testa, un percorso che non ha fatto nessuno in Europa in questo tempo”. Il fatto è che questo percorso non sembra appartenere del tutto all’Italia, né al cittadino italiano che in verità non lo ha nemmeno votato, ma solo a lui  ed alla sua particolare brama di voler figurarsi come quell’uomo del Monte che.. nelle pubblicità di un tempo.. asseriva il suo si!
Dobbiamo affidarci al suo lavoro di bravo venditore... forse.. solo per la mancanza di una buona politica che ha lasciato un vuoto incolmabile.   



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