15 mar 2014

Senza crescita non c’è sviluppo



UN PROGETTO NON COMPLETO PER LA CRESCITA


di vincenzo cacopardo

Senza crescita vi è maggiore disoccupazione… e l’aumento dell’occupazione potrà portare conseguenze ben peggiori! Qualcuno plaude al piano di Renzi e qualche altro  preferisce attendere gli esiti delle sue proposte alla manovra. I provvedimenti del giovane Premier sembrano mirare ad un aumento in busta paga di una fetta dei lavoratori ma  non garantiscono una vera crescita. Poca l’attenzione sulle imprese se non per quella piccola percentuale di ribasso sull’IRAP ed il costo sull’energia elettrica.
In realtà per una vera crescita occorrerebbero idee più adatte e più spinte verso l’intrapresa. Sono certo che qualsiasi famiglia con un reddito sotto i 1500 euro mensili preferirebbe che i propri figli potessero trovare un lavoro e spingersi a rendersi autonomi ed indipendenti.
Proviamo ad immaginare se di questi 10 miliardi ne fossero stati investiti solo la metà (una cifra più sicura da coprire) per attività produttive che guardano all’innovazione e proposte dai tanti giovani capaci, suggerendo alle banche di entrare in società per un periodo da definire, integrando, così, l’investimento. In tal modo si sarebbe potuto dare agli istituti bancari l’incarico di gestire, attraverso una precisa normativa, tali risorse dello Stato… offrendogli la possibilità (o l’opportunità), ove vi scorgessero buone idee ed innovazione, di entrare in quota nell’investimento…( una parte a contributo dello Stato e l’altra finanziata dall’istituto di credito in  quota societaria). Accompagnando un processo di nascita e crescita delle piccole aziende sotto il profilo di nuove iniziative che devono basarsi esclusivamente sulla qualità e sulle idee. Si sarebbero, forse, potuti aprire migliaia di nuove piccole realtà produttive che avrebbero offerto quella spinta necessaria per la crescita.. arricchendo tra l’altro il gettito di IVA, attraverso il quale si sarebbe potuto valutare una forte contrazione dell’IRAP lungo il loro breve periodo di startup.
Il nostro Paese deve credere di più alla preziosa risorsa dei distretti industriali ed alle specializzazioni tradizionali poiché potrebbero essere sufficienti a garantire il successo nelle sfide economiche e tecnologiche future spinte dai processi di globalizzazione, rimane perciò fondamentale puntare sulla nostra qualità e sulle idee. 
Al contrario le banche dovrebbero tornare a fare le banche! Oggi..avrebbero il diritto-dovere di rischiare entrando in “equity”  investendo per e con le nuove iniziative, sposandone… per un periodo di tempo (fino al rientro della propria quota con i relativi interessi) la crescita e portandole verso un reale sviluppo.  Il loro scopo primario non potrà mai essere quello di un’attività finanziaria, ma di una reale crescita legata al territorio…un’opera di accompagnamento a chi lavora per la rinascita del nostro Paese.  
Il progetto di Renzi, malgrado la sua seducente comunicazione, non è completo perché non spinge verso una vera crescita e… per questi 10 miliardi, si affida alla promessa di 80 euro al mese in busta paga per una determinata classe sociale escludendo chi oggi è alla ricerca di lavoro e non può esprimersi in intraprese innovative e di sviluppo. Una promessa, la sua, che suona come una sorta di promozione simile a quella diffusa nel passato nelle tante "televendite" proposte dal Cavaliere per la ricerca di un consenso: Questo non vuol dire esattamente crescita e non è neanche detto che tale cifra di aumento venga.. poi.. rimessa in giro.
E’ inutile cercare di mettere a posto i conti dello Stato con analoghi percorsi.... alla luce del devastante debito pubblico del nostro Paese..Senza iniziative non c’è crescita e senza crescita non potrà mai esservi sviluppo!




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