di vincenzo cacopardo
Il treno del governo Renzi corre velocissimo sui binari senza
tenere conto dei semafori e senza regolare la sua velocità..Nella fretta di
poter arrivare in anticipo..prima o dopo dovrà scontrarsi contro i pericoli e la insicurezza degli stessi binari sui quali scorre. Questa metafora si
concilia perfettamente con l’urgenza del giovane primo ministro tanto
ambizioso ..quanto supponente.. che ad ogni costo si propone di dimostrare..
con uguale spregiudicatezza.. i suoi precari principi di cambiamento.
Io credo che un vero statista oggi dovrebbe aver l’intuito di
percepire l’importanza primaria di una crescita e di quanto possa esser
importante accompagnare lo sviluppo del Paese attraverso scelte qualitative. La
principale meta di Renzi sembrano essere gli ottanta euro per i lavoratori
sotto i venticinquemila euro: Una idea modesta e sicuramente non geniale..nè
congeniale alla necessità che oggi ha la nostra Nazione per un bisogno di
vera crescita.
Al di là di ogni reale possibilità di recapitare le risorse
necessarie (che in qualche modo si troveranno)..possiamo sicuramente affermare
che, se anche meno dei dieci miliardi fossero stati investiti per attività
produttive che avessero guardato all’innovazione… proposte dai tanti giovani e
suggerire attraverso nuove intraprese, si sarebbe sortito un effetto di
crescita decisamente più importante ed utile per il Paese. Si sarebbe anche potuto
offrire a Banche o Istituti idonei la gestione a basso tasso di tali crediti
attraverso precise normative… invitandole, ove vi avessero riscontrato buone idee, ad entrare
in quota nell’investimento per un breve periodo di startup, …. Insomma..
operazioni più geniali e meno formali rispetto a quelle di donare soldi a chi
il lavoro lo ha già… dimenticandosi, tra l’altro, chi..invece.. il lavoro non
lo ha… o che lo ha perso definitivamente.
Accompagnare un processo di crescita delle piccole aziende
sotto il profilo di nuove iniziative che devono basarsi sulle idee, è cosa più
importante che occuparsi di soddisfare con qualche spicciolo in più il pubblico
impiego. Si sarebbero, forse, potuti aprire migliaia di nuove piccole realtà
produttive che avrebbero offerto quella spinta necessaria per l'economia..
arricchendo ulteriore gettito di IVA, attraverso il quale si sarebbe anche
potuto valutare una buona contrazione dell’IRAP.
Il nostro Paese dovrebbe credere di più alla preziosa risorsa
di nuove intraprese ed alle specializzazioni tradizionali.. poiché
potrebbero essere sufficienti a garantire il successo nelle sfide economiche e
tecnologiche spinte dai processi di globalizzazione, rimane quindi primaria un’azione
che punti sulla qualità e sulle idee.
I provvedimenti del governo del nuovo sindaco d’Italia, sia
quelli che guardano alle riforme costituzionali, che quelli inerenti il lavoro,
vengono affrontati in modo frettoloso e sbrigativo.. senza uno sguardo più
significativo verso la crescita. Sembrano solo tamponi per fermare una
emorragia, ma non l’applicazione di una indispensabile diagnosi per il Paese.
Somigliano tanto a quei provvedimenti di stampo promozionale per richiamare
solo consensi.
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