17 mag 2014

Nuovo articolo di Domenico Cacopardo

LA DEMOCRAZIA, GLI EUROCRATI E IL FATTORE G
DI DOMENICO CACOPARDO
La reazione di Berlusconi e della sua Guardia, capeggiata da Renato Brunetta, è stata di facciata: la questione golpe, infatti, era già emersa da tempo e le recenti dichiarazioni dell’exsegretario al Tesoro americano, Thimoty Geithner ne sono state la conferma ufficiale.
Il problema va ben al di là del caso Berlusconi e del discusso ultimo suo mandato presidenziale cessato nel 2011 e investe direttamente l’Unione europea e quel Moloch che è la sua burocrazia. Occorrerebbe una reazione ferma delle istituzioni italiane, a partire da Giorgio Napolitano, tuttavia protagonista dietro le quinte nel delicato periodo del crollo della credibilità dell’Italia e del suo debito pubblico.
Anche perché il caso potrebbe ripetersi, e in qualche misura s’è ripetuto nei giorni scorsi con il rialzo dello spread, causato in gran parte dall’alleggerimento delle posizioni italiane in mano al sistema bancario tedesco.
E, se le sensazioni che circolano hanno qualche fondamento, anche Matteo Renzi non incontra il sostegno reale dell’estabilshment comunitario. Renzi (con il governo di pesi mosca, a parte Padoan, Poletti e Francheschini) come prima Berlusconi, infatti, mette in discussione la politica dell’Unione non sotto il profilo della eccessiva severità finanziaria, ma nel punto delicato dell’assenza di reale solidarietà nei nostri confronti. E questo alzare la testa non piace dopo i tempi di governanti italiani (da Amato a Ciampi a Prodi e a Monti) totalmente proni alla volontà dell’euroburocrazia: sia sulle ragioni di cambio lira-euro che su mille altri dossier in cui sono stati sacrificati gli interessi italiani. Ultimo il singolare ping-pong di dichiarazioni sulla questione immigrati che è esplosa in modo drammatico in questi ultimi mesi: gran parte della ragione di essa va individuata nella sconsiderata politica anglo-francese e americana nel Nord-Africa e in Medio Oriente, per una democratizzazione che è andata, nella realtà,  contro gli interessi italiani (effetto voluto) e a favore del terrorismo qaedista.
Bene fa, quindi, Renzi a tenere la schiena dritta a Bruxelles: non c’erano abituati, si vede.
Per converso c’è un elemento pratico nel cosiddetto golpe ed è l’inevitabile avvitarsi su se stesso di Berlusconi, dalle gioiose corna al vertice Ue, sino all’ultimo incontro di Nizza nel quale nessun capo di Stato ha accettato di essere fotografato con lui.
Purtroppo, la nostra democrazia è andata perdendo il senso della propria sostanza istituzionale e delle proprie obbligazioni all’estero (riparleremo del raccapricciante caso dei Marò) e in Italia: il voto palese su Genovese, dopo quello su Berlusconi, sono una evidente violazione dei regolamenti, tesi a impedire che sulle persone si voti in questo modo per
lasciare libertà di coscienza ai parlamentari che non debbono avere limiti di mandato, autodeterminandosi secondo scienza e coscienza.
Questo atto di abdicazione alla sostanza costituzionale, è stato perpetrato dal Pd per difendersi dal fattore G, Grillo cioè, l’eversore fascistoide che sta, col suo movimento-azienda personale condivisa con Goebbels-Casaleggio- giocando sulle difficoltà degli italiani per un folle progetto politico. Se si fosse votato a scrutinio segreto –era il pericolo tutt’altro che remoto- una parte consistente dei grillini avrebbe votato “No” all’arresto, attribuendo quei voti al Pd, in modo da consegnarlo a un immeritato (in questo caso) ludibrio popolare.
A braccia incrociate la maggioranza del Pd, nella speranza di un insuccesso del partito che travolgerebbe il boy-scout che lo guida con il governo, l’unica difesa della democrazia parlamentare rimane proprio Renzi, la cui grande pecca, in campagna elettorale, è l’insufficiente contestazione dei proponimenti dell’ex-comico genovese. Ma anche qui, è il fato, direbbe Shakespeare, che ha messo a capo dell’Italia una squadra di gente senza cultura né spessore politico.
I prossimi giorni (ormai poco più di una settimana) ci diranno di più.







Nessun commento:

Posta un commento