Sembra che il nostro Paese sia definitivamente fiaccato
economicamente e che l'idea di una ripresa in un contesto
globalizzato come quello odierno, rimanga remota.. se non addirittura
teorica. Il peso e le regole poco chiare di una globalizzazione ci
hanno sicuramente tagliato fuori da ogni possibile ripresa..anche se
si deve di continuo sperare malgrado il forte debito pubblico, il condizionante patto di bilancio.. e la fortissima concorrenza sleale a cui ci sottopongono altri paesi.Il
futuro internazionale più probabile pare essere quello di una
reazione allo stesso modello globale impostosi con forza in questi
anni senza alcun criterio di logica.. se non quello di base economico
e finanziario.
Ma
cosa è... e cosa ha generato la globalizzazione?
La
globalizzazione è un principio ormai insito nel sistema che indica
l'accentuarsi
degli spazi e dei problemi che vanno oltre i propri confini nazionali
facendoli diventare globali..Un processo che è sicuramente
complementare e che deve essere verificato empiricamente. Il suo
significato racchiuso in quello di una “società mondiale”
andrebbe anche inteso in altra maniera e cioè... come quello di una
società multidimensionale, multisociale, multiculturale e politica.
Ma, a differenza della globalizzazione...oggi un più diffuso
“globalismo”, assume la deleteria ideologia secondo la quale il
processo economico ha un aspetto sovrastante..che pone, in modo
malato, la stessa azione della globalizzazione, in un'ottica solo
economica.
Secondo
molti anche lo stesso principio di democrazia ha senso solo se rimane
inserito in un contesto globale.. ed il modo di governare presuppone
l’esistenza di una società civile globale e dei rispettivi
rapporti giuridici che rimangono validi universalmente... Ma se è
vero che i diritti fondamentali convalidati a livello transnazionale
sono alla base della democrazia cosmopolita è anche vero che bisogna
tener conto dell'aspetto di una società multiculturale e delle sue
contraddizioni che ne rappresentano la particolare “realtà
globale”. L’analisi neomarxista ritiene l’idea di una
democrazia cosmopolita non realizzabile in quanto l’”etica”
viene a confondersi con il “potere”.
Un
dato di fatto è comunque certo: Il nuovo capitalismo globale riesce
ormai ad estremizzare i profitti occupando meno capitale umano. Si
perde.. quindi.. il peso di una contrattazione sul lavoro e cresce
l'emarginazione di massa. Alcuni sociologi teorizzano persino
l’avvicinarsi di una “era globale” con la fine di ogni Stato
nazione e quindi di ogni democrazia.
Una
società mondiale appartiene agli stessi individui ed alle proprie
culture, non può restare estranea, poiche tocca la vita degli
stessi. In una società mondiale che si vuole multiculturale.. la
realtà..rimane globale.... Una società che si vuole mondiale non
può restare esterna agli individui, ma deve toccare la loro vita. Si
difendono i diritti umani da parte delle Organizzazioni governative
mondiali, ma non si rispettano le loro culture terze... la loro
storia e persino la loro dignità. Un
certo cosmopolitismo
nega il legame tra culture senza nemmeno provare a compierlo e con
questo tipo di globalizzazione sembrano
andate perse le speranze ed ogni ideale politico. La
reazione potrebbe vedere una totale svolta contrapposta ... un
irrigidimento da parte dei Paesi che tenderanno a chiudersi nel
proprio ambito nazionale con una logica opposta di un insolito
avvenimento di “deglobalizzazione”: - I paesi si chiuderanno..i
mercati si marcheranno...le società si distingueranno...le culture
si evidenzieranno..etc.. Un sistema mondiale intero che si fraziona
e che competerà attraverso logiche differenti più segmentate e
connaturate.
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