Barack
Obama, sembra sbagliare ogni politica estera e si prepara a
fronteggiare il suo pesante crollo di popolarità.
Gli
occidentali europei in favore di Putin capeggiati da Marine Le Pen e
tutti gli euro scettici compreso Nigel Farage , gli ungheresi del
Jobbik e gli inglesi dell'Ukip, Geert Wilders in Olanda, Lega Nord
in Italia, sembrano decisi a non mollare la loro posizione: L'importanza oggi è quella di osteggiare una seria minaccia islamica,
più che le problematiche che investono l'Ucraina. “L'effetto di
questa politica sbagliata sta portando in cima la popolarità del
leader Russo”.
La
posizione americana è apparsa da sempre un po' troppo azzardata
nella gestione della crisi in oriente: sia quella dell'Ucraina che
quella riguardante il nuovo califfato, e stanno portando la
politica estera americana di Obama al crollo. Un vero crollo storico
intellettuale che è subito apparso privo di ogni strategia
soprattutto nei confronti dell'ISIS in Siria. Con
la solita spavalda prepotenza si è pensato di poter distruggere la
nuova organizzazione del califfato come se il problema fosse tra i
più gestibili, tranne successivamente fare qualche significativo
passo indietro. E non è la prima volta nella storia politica del
presidente americano!... Continui strafalcioni grammaticali che non
dovrebbero appartenere a chi comanda la nazione più potente del
mondo.
Tutto
ciò sta portando la sua figura verso una naturale disapprovazione in
seno al suo stesso Paese che pare condannarlo ad un indice di
gradimento poco superiore al 35%. Dobbiamo poi aggiungere che il
governo degli Stati Uniti, a causa di un suo intervento politico
nell'Ucraina, parrebbe dover fare i conti con un'altro problema per
l'eccessiva dipendenza di materiale dai motori russi per i razzi spaziali.
Ma
mentre Barak Obama persiste nei suoi errori, gli ammiratori di Putin
crescono poiché coscienti che grazie alla sua politica in Ucraina
non si rischierà di ritrovarsi come nel passato con i Balcani. Le
lotte intestine in seno al territorio che per storia ed etnia sono
sempre stati russi, non si possono affrontare con il solito metodo
imperialista di una politica statunitense tanto decisionista..quanto
ricca di contraddizioni.
vincenzo cacopardo
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