1 dic 2014

Il "non voto"?..un chiaro richiamo ai Partiti

di vincenzo cacopardo

Le pecore nel paese sembrano diminuire!..
Forse il popolo comincia ad intuire che l'unico pastore da seguire è quello di un'entità superiore legata solo all'ultraterreno. 
Per ciò che riguarda il terreno l'importanza del "non voto" di questi giorni appare come un ulteriore elemento di sprono ad un diverso cambiamento. Un cambiamento che non deve solo ispirare nuove valide figure (grandi o giovani che siano), ma anche e soprattutto piani progettuali efficienti per quella funzionalità oggi occorrente.
In molti hanno finora pensato solo alle figure... ed in meno si sono poste il serio problema fondato sui programmi. In questo quadro la ricerca risulta essenziale, poiché non potranno mai esistere verità assolute che possano risolvere i tanti e difficili problemi esistenti nella conduzione di una politica ridotta in uno stato di difficoltà evidente.

In questo contesto..il punto di partenza non possono che essere i Partiti.

Oggi la considerazione sulla funzione dei Partiti è lasciata nel vuoto pensiero dei tanti che pensano di occuparsene in un modo assai figurativo ed improprio...dei molti che ne restano assenti e che ne usufruiscono coprendo incarichi politici nelle sedi istituzionali. Ma la problematica del deludente funzionamento risiede proprio su un vero mancato rinnovamento...su una ridisciplinazione di questi contenitori di consensi, da cui parte la prima grande anomalia che accompagna tutto il percorso del fallito funzionamento del meccanismo politico istituzionale.

Se l'attività dei Partiti si ridisegna in modo logico al fine di immettervi idee e desideri legittimi sui quali sollevare le proposte dei cittadini, l'attività di tali “centri organizzativi”... rimodellati come vere officine per la funzione logica di una politica utile al funzionamento sociale..avrà una giusta ragione di esistere. Se..altrimenti ..si vorrà continuare ad usarli con lo scopo improprio al fine di attrarre un vuoto consenso figurativo..allora nulla potrà mai cambiare.

Il dissenso dichiarato col “non voto” di questi giorni da parte di una grossa parte della popolazione, dimostra una chiara insofferenza ed una non celata diffidenza nei confronti della politica in genere.. Ma è proprio questa genericità che non può più attrarre.. quando in più il Paese sembra costretto in una morsa mortale di una crisi che non lascia scampo.

Il popolo oggi desidera una sicurezza anche nel voto ..desidera che i Partiti cambino completamente il loro assetto..desiderano un dialogo diretto..esigono essere ascoltati e proporre..facendo parte integrante di un progetto condiviso.. pretendono un responsabile col quale confrontarsi.
Chi se non i Partiti dovrebbero proporsi in un tale progetto condividendolo e rinnovandosi all'uopo?

Se una democrazia si vuole più diretta.. in un Paese come il nostro.. che conta decine di milioni di aventi diritto al voto (senza scadere nelle vuote proposte di chi..come i 5Stelle.. intendono costruirla attraverso logiche innaturali e virtualistiche), occorre ridisciplinare con attenzione l'attività dei Partiti (sia che si contiuni a definirli “partiti” o più modernamente “ officine di idee”) senza alcuna superflua e deleteria costruzione di leaders al loro interno, ma con le logiche più costruttive proposte attraverso uno scambio diretto con i cittadini.


Questo “filo conduttore” è oggi quello mancante... e rappresenta un vero ostacolo per il legame di una politica che si deve ai cittadini..quale parte integrante della società.     

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