di vincenzo cacopardo
Le pecore nel paese
sembrano diminuire!..
Forse il popolo comincia
ad intuire che l'unico pastore da seguire è quello di un'entità
superiore legata solo all'ultraterreno.
Per ciò che riguarda il
terreno l'importanza del "non voto" di questi giorni appare come un ulteriore elemento di sprono ad un diverso cambiamento. Un cambiamento che non
deve solo ispirare nuove valide figure (grandi o giovani che siano),
ma anche e soprattutto piani progettuali efficienti per quella
funzionalità oggi occorrente.
In molti hanno finora
pensato solo alle figure... ed in meno si sono poste il serio
problema fondato sui programmi. In questo quadro la ricerca risulta
essenziale, poiché non potranno mai esistere verità assolute che
possano risolvere i tanti e difficili problemi esistenti nella
conduzione di una politica ridotta in uno stato di difficoltà
evidente.
In questo contesto..il
punto di partenza non possono che essere i Partiti.
Oggi la considerazione
sulla funzione dei Partiti è lasciata nel vuoto pensiero dei tanti
che pensano di occuparsene in un modo assai figurativo ed
improprio...dei molti che ne restano assenti e che ne usufruiscono coprendo incarichi
politici nelle sedi istituzionali. Ma la problematica del deludente
funzionamento risiede proprio su un vero mancato rinnovamento...su
una ridisciplinazione di questi contenitori di consensi, da cui parte
la prima grande anomalia che accompagna tutto il percorso del fallito
funzionamento del meccanismo politico istituzionale.
Se l'attività dei
Partiti si ridisegna in modo logico al fine di immettervi idee e
desideri legittimi sui quali sollevare le proposte dei cittadini,
l'attività di tali “centri organizzativi”... rimodellati come vere officine
per la funzione logica di una politica utile al funzionamento
sociale..avrà una giusta ragione di esistere. Se..altrimenti ..si
vorrà continuare ad usarli con lo scopo improprio al fine di
attrarre un vuoto consenso figurativo..allora nulla potrà mai
cambiare.
Il dissenso dichiarato
col “non voto” di questi giorni da parte di una grossa parte
della popolazione, dimostra una chiara insofferenza ed una non celata
diffidenza nei confronti della politica in genere.. Ma è proprio
questa genericità che non può più attrarre.. quando in più il
Paese sembra costretto in una morsa mortale di una crisi che non
lascia scampo.
Il popolo oggi desidera
una sicurezza anche nel voto ..desidera che i Partiti cambino
completamente il loro assetto..desiderano un dialogo diretto..esigono
essere ascoltati e proporre..facendo parte integrante di un progetto
condiviso.. pretendono un responsabile col quale confrontarsi.
Chi se non i Partiti
dovrebbero proporsi in un tale progetto condividendolo e rinnovandosi
all'uopo?
Se una democrazia si
vuole più diretta.. in un Paese come il nostro.. che conta decine di
milioni di aventi diritto al voto (senza scadere nelle vuote proposte
di chi..come i 5Stelle.. intendono costruirla attraverso logiche
innaturali e virtualistiche), occorre ridisciplinare con attenzione
l'attività dei Partiti (sia che si contiuni a definirli “partiti”
o più modernamente “ officine di idee”) senza alcuna superflua e
deleteria costruzione di leaders al loro interno, ma con le logiche
più costruttive proposte attraverso uno scambio diretto con i
cittadini.
Questo “filo
conduttore” è oggi quello mancante... e rappresenta un vero
ostacolo per il legame di una politica che si deve ai cittadini..quale parte integrante della società.
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