11 mar 2015

L'addio deciso a pesi e contrappesi...

Riforme e democrazia ..tra le incertezze dei partiti e gli assolutismi governativi 

di vincenzo cacopardo

Il ddl Boschi marcia spedito come nulla fosse, mentre il Pd tentenna...
Malgrado il Patto del Nazareno non ci sia più, l'ala dissidente più dura del PD.. compresa quella dei bersaniani, non riesce a digerire questa riforma... minacciando come ultimo il voto in favore delle riforme renziane e chiedendo di modificare in modo sensato l’Italicum poiché il combinato disposto genera una situazione insostenibile per la democrazia.

Il voto è avvenuto all’insegna della divisione del Partito democratico e mentre Forza Italia conferma il proprio "no",  l'ala vicina a Denis Verdini, forte di 17 deputati pare esprimere dissenso rispetto alla decisione di votare contro le riforme istituzionali all’esame della Camera ( un particolare che risulta strano da parte di un senatore come Verdini sempre legato a Berlusconi.. che lo vedrà impegnato in una prova di forza quando il ddl passerà al Senato).

Abbiamo già discusso abbondantemente sul lavoro di questo assurdo parlamento disposto a qualunque frattura e qualsiasi compromesso pur di tenere la comoda poltrona e quindi non può che apparire risibile ogni atteggiamento da parte di una sinistra dissidente fin dall'inizio dell'entrata di Matteo Renzi al comando del partito. Una parte della sinistra che continua a protestare ma che rientra, subito dopo nei ranghi, accodandosi..per la evidente paura di perdere un seggio.

Scrive Domenico Cacopardo in un suo articolo:

“si dovrebbe constatare che la minoranza del Pd condivide le contestazioni di Forza Italia sulla mancata negoziazione del nome del futuro presidente e che, di conseguenza, avrebbe gradito che Renzi, prima di proporre Mattarella all’assemblea di deputati, senatori e grandi elettori del Pd, avesse definito un accordo con il cavaliere. Ma sul quel nome nessun accordo era possibile. Solo Amato sarebbe stato gradito alla controparte del Nazareno. 
L’aspetto subliminale e freudiano di quanto dichiarato da Cuperlo è che se Renzi avesse convenuto con Berlusconi una candidatura Amato avrebbe fatto meglio di come ha fatto.
Poiché il ragionamento non regge, risulta chiaro che l’appello di Cuperlo a una riforma approvata con la partecipazione delle minoranze –che non ha alcuna possibilità di essere accolto a questo punto dell’«iter» parlamentare-, è solo strumentale all’esigenza di creare il massimo fastidio-difficiltà possibile al «premier» nel corso dell’ultimo passaggio del nuovo «statuto» del Senato.
La risposta di Renzi è stata quella di promettere un referendum, senza aspettare la solita raccolta di firme da parte delle opposizioni.
Anche se non è prevista dalla Costituzione, questa consultazione preventiva ha il pregio di sminare tante delle perplessità in circolazione, anche perché, nel merito, questa nuova legge è molto pasticciata.
Ma la questione è politica ed è «in progress». Una volta abolito il bicameralismo perfetto, sarà più facile praticare gli aggiustamenti legislativo-organizzativi che si presenteranno come necessari o utili. Se il nuovo Senato non funzionerà, sarà agevole aggiustarlo.
In realtà, quello che serve all’Italia è che il processo di riforme vada avanti in coerenza con le indicazioni, oggi indulgenti, dell’Unione europea, e con l’imperativo assoluto di cogliere la ripresa, trasformandola da timido arresto della caduta, in reale crescita e, presto, in vero e proprio galoppo.
Sarebbe criminale trasformare, per piccole esigenze correntizie o di partito, il treno veloce del rilancio nel solito, traballante accelerato.”


Ora..se tutto ciò potrà avere un senso in una visione strettamente pragmatica dei fatti..mette sicuramente in dubbio l'efficacia profonda nel merito di tali riforme. Quello che Domenico Cacopardo pare non  voler mai mettere in evidenza.. è il fatto di come tutto ciò si stia facendo in barba a qualunque principio democratico..operando con fretta, con una gran dose d'ipocrisia e nella mancanza di rispetto nei confronti dei cittadini ( anche perchè si è consapevoli dell'ignoranza di gran parte di loro) 

Anche qui viene messo in prima fila un concetto astratto di bisogno di riforme che incanta in qualche modo la società civile.. senza curarsi a fondo del merito delle stesse... Portando avanti esclusivamente un più comodo concetto machiavellico del fine che giustifica i mezzi e dimenticandosi che spesso questo fine può generare altre reazioni che potrebbero esplodere in senso inverso. Al contrario la politica dovrebbe invece prevedere i propri risvolti in lungimiranza, usando di certo il pragmatismo, ma compensandolo attraverso le idee funzionali..e non dimenticando mai i mezzi da usare.

Se vi era un'occasione per promuovere una nuova riforma di cambiamento.. bisognava guardare molto più avanti , occorreva scorgere un futuro innovativo più consono alla nostra cultura politica, più funzionale e meno compromesso..arginando una lunga serie di evidenti anomalie.
La ricerca di un vero cambiamento sarebbe.. dovuta partire da una equilibrata distribuzione e divisione dei ruoli delle Camere che ne rappresentano il consenso, ed era la ragione indubbia di dover lasciare il bicameralismo correggendone solo gli evidenti difetti..
Certo.. questa.. non sarebbe stata la soluzione conclusiva.. se non la si accompagnava con un adeguato studio di fattibilità attraverso un dialogo comune che potesse arginare definitivamente il perenne conflitto in seno alle istituzioni politiche, dando maggior forza agli indispensabili pesi e contrappesi di cui tanto si parla, ma che sicuramente, avrebbe difeso meglio i valori di una democrazia popolare.

Oggi la fretta sembra comandare su tutto e l'approssimazione... unita alla semplificazione promuove una governabilità... tanto faziosa, quanto poco edificata nei suoi principi..


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