9 mar 2015

Prove di rottamazione della Rai.....

a favore di un esecutivo...
di vincenzo cacopardo

Pare che Matteo Renzi presenti il nuovo disegno di legge governativo sulla Rai al prossimo Consiglio dei ministri. La ennesima riforma è stata apprezzata con entusiasmo dai suoi accoliti come risolutiva e determinante per porre ordine in seno alla società pubblica. Un provvedimento che sembrerebbe preannunciarsi impressionante. Si parla di un'amministratore delegato con ampi poteri nominato (caso strano) direttamente dal governo. La cosa non può essere considerata di poco conto.. poiché in tal modo potrebbe porsi una seria questione privatistica non proprio lineare con la figura di una società pubblica dello Stato. Ma, secondo Renzi, questa procedura potrebbe porre fine ad ogni influenza dei partiti sulla Rai .

Dunque si profila la possibilità di non dover essere più una commissione parlamentare di Vigilanza a nominare i consiglieri d’amministrazione, ma forse, come da voci di corridoio, un particolare consiglio di sorveglianza.. il quale potrebbe nominare gli esponenti del cda; Sembrerebbe anche non escludersi una scelta da affidare al Parlamento riunito in seduta comune.

Insomma... pare di capire che tutti coloro che fino ad oggi hanno lottizzato attraverso i partiti la Rai.. distribuendo favori e comodi posti.. non avranno più modo di farlo tranne che non appartengano al governo. Secondo il piano del sindaco d'Italia, infatti, i poteri ampi come quelli che appartengono all'amministrazione di una azienda privata..sembrano adesso stranamente comodi ed utilizzabili in favore di un'azienda pubblica. Una soluzione che forse potrebbe “rottamare” l’attuale gestione nel tentativo di arginare il potere dei partiti dall’amministrazione diretta dell’azienda, ma che in realtà potrebbe lasciare dubbi molto più seri sull'opportunità di trasferire il comando ad un manager nominato dal Capo del governo.

Già da tempo Renzi aveva promesso di voler fare pagare il canone attraverso la bolletta elettrica richiedendolo per ciascuna utenza, a prescindere dal possesso di una tv. Questo permetterà ulteriori sicure risorse per finanziare un’azienda non sempre utile ad un servizio pubblico ma sicuramente utile al partito di maggioranza di un premier quando la si potrebbe usare a scopi politici propagandistici.  

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