La votazione sulla nuova legge elettorale Italicum, insistentemente voluta dal
presidente del Consiglio, impone un'attenta riflessione ...Abbiamo già
analizzato in profondità questa proposta di legge traendone delle
analisi critiche inerenti alcuni macroscopiche anomalie come il
premio di maggioranza ed il combinato della riforma del
Senato...nonchè l'avanzamento di un sistema proiettato verso un bipolarismo instabile e, di certo, assai poco democratico. Ma ciò che
mi piace sottolineare sono proprio gli aspetti di metodo che
difficilmente, nel caso di una legge elettorale, possono ritenersi
staccati da una valutazione nel merito.
La Costitutuzione
definisce il compito del Parlamento separato nel merito da quello
della presidenza della Repubblica: Sappiamo che il presidente della
Repubblica promulga le leggi non potendo entrare mai nel merito delle
stesse.. se non per casi straordinari che possano mettere in serio
rischio la sicurezza della Nazione. .Il compito del capo dello Stato
del nostro Paese rimane quindi quello di garantire nel metodo il
processo di andamento istituzionale al fine di non contrastare con i
principi findamentali della nostra Carta. In poche parole..la
Costituzione lascia il parlamento libero di promuovere normative e votare leggi.. affidando al Presidente della Repubblica il compito e la
responsabilità di promulgarle dopo un attento sguardo ( nel metodo) evitando in tal modo.. di poter
incidere nell'andamento politico parlamentare.
Questo..in modo
sintetico.. la differenza dei ruoli posta per ordine costituzionale.
.Oggi.. un sopracitato caso “straordinario” di mettere a rischio la sicurezza
della Nazione ..sembrerebbe non esistere..ma in realtà una certa
deriva autoritaria imposta dal governo pare scorgersi con prepotenza.
Queste, quindi, in modo
conciso, le conseguenti domande da porre al Capo dello Stato: La
definizione di una nuova legge elettorale.. potrebbe mai restare
fuori da una profonda analisi nella valutazione del suo metodo? E..poi..la sicurezza
di una Nazione.. che basa il suo assetto istituzionale su un sistema
democratico di contrappesi, potrebbe mai non essere messa in crisi da
una legge elettorale edificata su un principio tanto assolutista ?
vincenzo cacopardo
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