di vincenzo cacopardo
L’imbarazzo del Colle ossia di chi dovrà promulgare la nuova legge elettorale detta Italicum, se pur nella costante ed immutevole quiete, non può che essere evidente. Come resta altrettanto evidente il fatto che più in là la stessa Corte costituzionale potrebbe facilmente bocciarla. Ma al di là di come la pensi il bravo costituzionalista Michele Ainis che tramite il Corriere della Sera si è soffermato sulle “travi che accecano” una legge elettorale renzianissima, rimane il fatto che ci troviamo ad un vicolo cieco tra un governo irremovibile, una presidenza della Repubblica imbarazzata ed una politica assai più sterile del passato.
L’imbarazzo del Colle ossia di chi dovrà promulgare la nuova legge elettorale detta Italicum, se pur nella costante ed immutevole quiete, non può che essere evidente. Come resta altrettanto evidente il fatto che più in là la stessa Corte costituzionale potrebbe facilmente bocciarla. Ma al di là di come la pensi il bravo costituzionalista Michele Ainis che tramite il Corriere della Sera si è soffermato sulle “travi che accecano” una legge elettorale renzianissima, rimane il fatto che ci troviamo ad un vicolo cieco tra un governo irremovibile, una presidenza della Repubblica imbarazzata ed una politica assai più sterile del passato.
La
logica vuole che fino a quando il Senato non venga abolito del tutto,
l'Italicum non potrà sortire una giusta utilità al sistema
elettorale. Ma, non è tutto, poichè anche dopo potrebbe portare
ulteriori guasti all'assetto democratico istituzionale del Paese.
Certo
la dicotomia che si mette in evidenza tra due sistemi elettorali
(Italicum per la Camera e proporzionale puro per il Senato... non
potrebbe che destare parecchi dubbi, malgrado Renzi dichiari convinto
di mettere in atto l'Italicum dopo aver risolto il problema di un
Senato non elettivo. Non vi è alcuna garanzia precisa che tutto
possa risolversi per fornire una funzionalità al sistema, tranne che
la solita premura di portare al più presto un risultato in porto.
Per quanto riguarda l'Italicum, rimangono, anche se modificate in
senso migliorativo, il premio di maggioranza e le soglie di
sbarramento. Il premio di maggioranza per la coalizione forse aiuta,
ma crea il solito guazzabuglio che potrà scatenare contraddizioni e
condizionamenti poco utili, mentre sembra chiaro che ogni decisione
dovrebbe nascere da un serio confronto ed il percorso della politica
dovrebbe muoversi nel dibattito di un'Aula e meno nella casa di un
Partito dominata da figure assolute.
Questa
è la solita storia dei pesi e contrappesi di cui tanto si è
discusso e che soltanto una buona riforma sulla divisione dei ruoli
potrebbe migliorare.. Se la legge elettorale la si mette in relazione
con la nuova riforma sul finanziamento privato ai Partiti... non
potrà che destare ulteriori dubbi per chi percepisce il pericolo
verso il sistema di una democrazia. Tutto ciò(malgrado l'imbarazzo)
pare non incidere sull'atteggiamento di una presidenza della
Repubblica che..nella qualità di garante... non sembra interessarsi
al metodo con il quale si sta giungendo ad una simile conclusione.
Pare
esservi sempre di più un chiaro abuso del potere ed un chiaro
rischio per la democrazia!
Non
abbiamo ancora segnali in proposito ma si pensa che lo stesso
Mattarella da
presidente della Repubblica, potrebbe promulgare l’Italicum per
evitare pericoli al governo(poichè in questo Paese il governo sembra
essere molto più importante dei principi della democrazia)...ma ciò
appare inverso alla sua figura di garante di un percorso
costituzionale in favore degli stessi principi.
Vi
è poi l'altro dilemma..e cioè: cosa farà la Corte Costituzionale?
Se Il capo dello Stato è il garante politico della Costituzione, la
Consulta ne rimane sempre il garante giuridico! Ripeteremo la solita
strada del gioco dell'Oca, quel labirinto che ci riporta
costantemente al solito punto iniziale?
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