7 mag 2015

Civati.. e quei Partiti non correttamente disciplinati

di vincenzo cacopardo
Finalmente qualcosa di nuovo all'orizzonte di un Partito che sembra esser rimasto per parecchio tempo bloccato: Esce Pippo Civati introducendo una chiara reazione dentro la minoranza interna.Oggi al Senato il governo dovrà fare i conti con un equilibrio instabile. La maggioranza si basa ormai su una soglia massima di 174 senatori e su una minima di 161.

Bisogna dare atto a Civati di aver preso una decisione determinata... anche se impegnativa nell'attesa che altri possano seguirlo. Ma non si tratta oggi di combattere un divorzio tra PD e sinistra..poichè i tempi sembrano ormai cambiati e, se resta evidente lo spostamento di questa sinistra verso il centro, è del tutto chiaro che le visioni ideologiche di un tempo appaiono superate e poco costruttive in una odierna società che pone soprattutto esigenze di equità e posizioni democratiche più sicure e corrette.

Una lotta interna per cercare di evitare dissidi interni ad un Partito costruito su valori ormai non compatibili con la realtà moderna (costretto a spostare la sua visione sociale verso un pensiero centrista più moderato) appare una perdita di tempo e sarebbe più logico costruire altri Partiti più liberi e meno costretti nella loro ideologia anziché limitarne il pensiero. D'altronde... non si vuole capire che il pensiero del parlamentare deve restare il più libero possibile nella determinazione delle normative..sebbene legato da un progetto programmatico guidato dal dialogo con i cittadini: Questa che appare oggi una tesi assurda.. diverrà negli anni un vero comandamento per una politica di vero funzionamento condotta proprio dai cittadini. ..malgrado certe logiche bipolari del tutto forzate che premiano solo la governabilità.

Le piazza che in questi giorno protestano con manifestazioni contro la nuova legge elettorale, la riforma della scuola..della giustizia..quelle costituzionali etc, sono una prova evidente di come ci si ritrovi in un vero pasticcio riformista che non lascia intravvedere né una logica costruttiva, nè un futuro certo e stabile: Un guazzabuglio di anomalie che dovrebbero dare spunto ad una riflessione più profonda per spingere verso la ricerca di percorsi più innovativi, coerenti e funzionali.

La retorica del Partito che deve scegliere da che parte vuole stare, non potendo rappresentare tutti.. è obsoleta e le parole del Premier Renzi che insiste asserendo che in seno ad un Partito la democrazia si trova attraverso una maggioranza.. è riduttiva e poco edificante: Sarebbe (per esagerazione) come ritenere che.. se un domani la maggioranza di un Partito optasse per la pena di morte ..tutti dovrebbero seguirlo senza dissidi e defezioni. La libertà concessa al parlamentare è fondamentalmente quella che lo lega ad un programma elettorale, al proprio pensiero ed ai propri valori. Nel caso del governo Renzi non vi è stato.. né un programma preciso studiato col consenso degli elettori, né un metodo confacente... se non una, quanto mai, ricca ed ornamentale comunicazione.

Ecco la ragione per la quale nasce il presupposto essenziale per ricercare un modello innovativo che non impedisca le libere scelte dei parlamentari e che possa basarsi su un criterio programmatico studiato preventivamente con i cittadini...Ed ecco il motivo per il quale la prima riforma dovrebbe essere quella indirizzata verso la regolamentazione degli stessi Partiti: Parlamentari e cittadini insieme per un programma che deve misurarsi preventivamente attraverso una campagna elettorale che.. poi.. vedrà nel metodo lo stesso parlamentare libero di espletare il compito per renderle attive. Diverso rimane il compito amministrativo che dovrebbe (come nei sistemi presidenziali ) eleggersi ed operare in modo separato, non potendosi inserire nel contesto normativo spettante solo al parlamentare... Figure amministrative.. che dovrebbero rispecchiare nel merito alta moralità e forti capacità organizzative.

La regolamentazione dei Partiti rimane dunque primaria, ma resta vecchia riguardo ad un dovuto rinnovamento che per effetto di una nuova visione politica dovrebbe offrire maggior rispetto al singolo parlamentare e maggior dialogo con la comunità che rappresenta: E' vecchio il criterio del tesseramento, sono vecchi i metodi di formazione dei direttivi, dei consigli, rimane anomalo ed imprudente il doppio incarico di un segretario di partito con la carica di Premeir...ma soprattutto resta vecchio il contrasto tra i Partiti in termini di vecchie ideologie che provoca contrapposizioni reattive viziate proprio dalle rigide posizioni...Ecco la ragione per la quale ogni posizione moderata finisce sempre col vincere!

Il problema, purtroppo, rimane fondato su queste vecchie visioni dalle quali i politici odierni non riescono (o non vogliono per comodità) estraniarsi.. potendo, al contrario, dare maggior sfogo a nuove idee. Parlare ancora di destra e sinistra non fa che arrestare una visione innovativa che meriterrebbe più impegno per la ricerca, rendendo analogamente maggior rispetto ai cittadini.





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