di vincenzo cacopardo
Continuano
le semplificative riforme del governo Renzi ed ancora una volta si cerca di superare
il pericoloso ostacolo di una votazione al Senato..attraverso il
solito ed umiliante sistema della fiducia.
Il disegno di legge pare non
rendere contento nessuno anche dopo
i ripetuti incontri con i sindacati e le modifiche apportate al testo
originale. Non piace il sistema delle assunzioni..il ruolo del
preside, il rafforzamento di alcune materie alla formazione degli
insegnanti, il criterio delle detrazioni fiscali per le famiglie con
i figli alla paritaria, gli interventi di edilizia scolastica...etc.
Ma c'è qualcosa di più considerevole che non viene messa in particolare evidenza ed è proprio il sistema didattico che nel DDL viene poco espresso e solo risolto a particolare sostegno dei bisogni della società. A sentire il dibattito in Senato, da parte di chi insiste con l'appoggiare questa riforma, si rimane increduli: Ma come può mai la scuola formarsi positivamente seguendo i valori di una simile società?. Come può mai affermarsi una cultura scolastica attraverso le logiche di un percorso sociale così sconfortante, corrotto e persino iniquo?..Quando sarebbe più logico che la scuola cominciasse ad indicare alla stessa società una strada più corretta e culturalmente più utile al suo stesso sviluppo..
Se si effettuano verifiche sulle conoscenze degli studenti e sulla qualità complessiva dell'offerta formativa con l’obiettivo di misurare se questi abbiano acquisito alcune competenze giudicate essenziali per svolgere un ruolo consapevole e attivo nella società, si tende a sopravvalutare un concetto nozionistico rispetto ad un ragionamento...Si tende a creare un mondo di pecore.... Sappiamo che, al contrario, esistono abilità personali...esiste una individuale capacità di riflessione critica, un particolare dono di esporre il pensiero. Ma calcolando solo l’acquisizione di una serie di informazioni circoscritte e limitate, continuiamo a mortificare ogni sforzo per arrivare alla conoscenza come regno di conquista.
Ma c'è qualcosa di più considerevole che non viene messa in particolare evidenza ed è proprio il sistema didattico che nel DDL viene poco espresso e solo risolto a particolare sostegno dei bisogni della società. A sentire il dibattito in Senato, da parte di chi insiste con l'appoggiare questa riforma, si rimane increduli: Ma come può mai la scuola formarsi positivamente seguendo i valori di una simile società?. Come può mai affermarsi una cultura scolastica attraverso le logiche di un percorso sociale così sconfortante, corrotto e persino iniquo?..Quando sarebbe più logico che la scuola cominciasse ad indicare alla stessa società una strada più corretta e culturalmente più utile al suo stesso sviluppo..
Se si effettuano verifiche sulle conoscenze degli studenti e sulla qualità complessiva dell'offerta formativa con l’obiettivo di misurare se questi abbiano acquisito alcune competenze giudicate essenziali per svolgere un ruolo consapevole e attivo nella società, si tende a sopravvalutare un concetto nozionistico rispetto ad un ragionamento...Si tende a creare un mondo di pecore.... Sappiamo che, al contrario, esistono abilità personali...esiste una individuale capacità di riflessione critica, un particolare dono di esporre il pensiero. Ma calcolando solo l’acquisizione di una serie di informazioni circoscritte e limitate, continuiamo a mortificare ogni sforzo per arrivare alla conoscenza come regno di conquista.
Il
vero problema è proprio quello di costruire una riforma per
una scuola che possa, in qualche modo, mettere in risalto l'individuo
per quello che è il suo contenuto di valori ..il suo pensiero ..la
sua sensibilità, sapendoli riempire in modo adeguato e diverso attraverso una
nozione confacente e stimolante.Il
DDL scuola è invece il risultato ovvio di una riforma che, come
tante altre, rispecchia il metodo, oltremodo essenziale, di chi come
Renzi, ama correre per strade semplificative ..mai discusse e
dibattute in profondità.. che determinano una costante sequela di fiducie..
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