la direttrice del Fondo Monetario Christine Lagarde
UNA LETTERA DI TSIPRAS PER LA SALVAGUARDIA DELLA DIGNITA' DEL SUO PAESE
di vincenzo Cacopardo
La
commissione Europea ed il Fondo Monetario fanno saltare ogni accordo
e se, per la Germania della Merkel, la Grecia comporta un rischio
troppo gosso, i danni saranno sicuramente fatti ricadere sull'Europa
intera e soprattutto sui Paesi più deboli dell'Eurozona.
Sembra
che solo la Bce di Mario Draghi sia l'unica ancora a sperare su un
piano alternativo. Se anche la Merkel ha voluto far credere di avere
spinto verso un accordo ..la prova della sua ostinazione, non ha
tardato a venir fuori. L'irremovibile tedesca pare aver deciso sotto
la spinta del del suo vice Gabriel, nonostante apparisse più morbida
ed in favore della Grecia. D'altronde pare che oltre il 60% della
popolazione tedesca premesse per l'uscita!
A nulla è valsa la figura tiepida e con poco carattere di Hollande...nè quella del nostro Premier... sempre più dedito alla propria
ambiziosa socievole comunicazione per la ricerca di inverosimili
riforme... che ad una visione di un'Europa più funzionale e
costruttiva: Purtroppo appare chiara una incapace presa di
posizione del di Renzi che sulle problematiche estere ha sempre
dimostrato scarso impegno fattivo e più
sottomissione. Come
del resto appare evidente la responsabilità di un Fondo
Monetario, condotto della sua direttrice Lagarde.
La direttrice
del Fondo monetario internazionale
si dice persino dispiaciuta per la rottura dei colloqui sulla crisi
della Grecia, e spera di poter riprendere un domani un dialogo con il
governo di Atene...Un atteggiamento che suona più ipocrita che
realmente onesto: La sua aspettativa (dichiarata come una speranza)
rimane quella di poter vedere la Grecia alle prese con riforme
strutturali più appropriate ed utili. Christine Lagarde sostiene che
gli aumenti fiscali rendono meno facile la crescita del Pil... Ma
sappiamo anche che sono in ballo circa 260 miliardi crediti pubblici
dell'Eurozona e se la Grecia deve poter dare forza al suo risanamento
economico è più che chiaro che le rigide riforme proposte.. non
potranno che farla soccombere di più.
Vi
è quindi la tentazione di poter pensare che tutto ciò potrebbe
anche muoversi per un fine diverso che possa sostenere la tesi, non
del tutto vaga, di voler costringere il neo governo condotto da
Tsipras alla sua caduta.
Si
dovrebbe facilmente intuire che la Grecia....come del resto qualunque
altro paese con difficoltà simili..non potrà crescere con un
semplice aumento dell'Iva o con misure di fiscalità più dure.
Tsipras risponde quindi con un referendum sull'Euro chiedendo di
votare in senso negativo . Si atteggia a vittima...è sincero.. o cerca un capro
espiatorio?
Nel
frattempo accompagna questa sua lotta in favore del suo governo..
scrivendo una lettera al suo Paese che qui sottoponiamo:
«Amici
greci, da sei mesi il governo greco combatte una battaglia in
condizioni di soffocamento economico senza precedenti, per
implementare il mandato che ci avete dato il 25 gennaio.
Il
mandato che stavamo negoziando coi nostri partner chiedeva di mettere
fine all’austerità e permettere alla prosperità ed alla giustizia
sociale di tornare nel nostro paese.
Era un mandato per un accordo sostenibile che rispettasse la democrazia e le regoli comuni europee, per condurre all’uscita finale dalla crisi.
Era un mandato per un accordo sostenibile che rispettasse la democrazia e le regoli comuni europee, per condurre all’uscita finale dalla crisi.
Durante
questo periodo di negoziazioni, ci è stato chiesto di mettere in
atto gli accordi fatti col precedente governo nel “memorandum”,
nonostante questi fossero stati categoricamente condannati dal popolo
greco nelle recenti elezioni.
Comunque, nemmeno per un momenti abbiamo pensato di arrenderci, cioè di tradire la vostra fiducia.
Comunque, nemmeno per un momenti abbiamo pensato di arrenderci, cioè di tradire la vostra fiducia.
Dopo
cinque mesi di dure contrattazioni, i nostri partner,
sfortunatamente, hanno rilanciato all’eurogruppo di due giorni fa
un ultimatum alla democrazia greca ed al popolo greco.
Un
ultimatum che è contrario ai principi fondanti ed ai valori
dell’Europa, i valori del progetto comune europeo.
Hanno
chiesto al governo greco di accettare una proposta che accumula un
nuovo insostenibile peso sul popolo ellenico e colpisce profondamente
le possibilità di recupero dell’economia e della società greche.
Una proposta che non soltanto perpetua lo stato di incertezza ma
accentua persino le disuguaglianze sociali.
La
proposta delle istituzioni include: misure per un’ulteriore
deregolamentazione del mercato del lavoro, tagli alle pensioni,
ulteriori riduzioni nel salario minimo del settore pubblico e
incremento dell’IVA su cibo, ristorazione e turismo, eliminando
inoltre le agevolazioni fiscali per le isole greche.
Queste
proposte violano direttamente fondamentali diritti europei, mostrano
che riguardo a lavoro, uguaglianza e dignità, lo scopo di alcuni
partners e istituzioni non è il raggiungimento di un buon accordo
per tutte le parti, ma l’umiliazione dell’intero popolo greco.
Queste
proposte sottolineano in particolare l’insistenza del Fondo
Monetario Internazionale in una dura e punitiva austerity, e
sottolineano più che mai la necessità per i grandi poteri europei
di prendere iniziative che conducano al termine della crisi del
debito sovrano ellenico. Una crisi che colpisce altri paesi europei e
che sta minacciando il futuro prossimo dell’integrazione
continentale.
Amici
greci,
in
questo momento pesa sulle nostre spalle, attraverso le lotte ed i
sacrifici, la responsabilità storica del popolo greco per il
consolidamento della democrazia e della sovranità nazionale. La
nostra responsabilità per il futuro del nostro paese.
E
la nostra responsabilità ci richiede di rispondere all’ultimatum
sulla base del mandato del popolo greco.
Pochi
minuti fa alla riunione di gabinetto ho proposto l’organizzazione
di un referendum, perché il popolo greco possa decidere in maniera
sovrana.
Questa
proposta è stata accettata all’unanimità.
Domani
la la camera dei rappresentanti sarà convocata d’urgenza per
ratificare la proposta del gabinetto per un
referendum
la prossima domenica, 5 luglio, sull’accettazione o il rigetto
della proposta delle istituzioni.
Ho
già informato della mia decisione il presidente francese e la
cancelliera tedesca, il presidente della BCE e domani una mia lettera
chiederà formalmente ai leader della UE ed alle istituzioni di
estendere per pochi giorni il programma attuale in modo da permettere
al popolo greco di decidere, libero da ogni pressione e ricatto, come
richiesto dalla costituzione del nostro paese e dalla tradizione
democratica europea.
Amici
greci, al ricatto dell’ultimatum che ci chiede di accettare una
severa e degradante austerità senza fine e senza prospettive di
ripresa economica, vi chiedo di risponde in maniera sovrana e
orgogliosa, come la nostra storia ci chiede.
Ad una austerità autoritaria e violenta, risponderemo con la democrazia, con calma e decisione.
Ad una austerità autoritaria e violenta, risponderemo con la democrazia, con calma e decisione.
La
Grecia, il luogo di nascita della democrazia, manderà una forte e
sonora risposta all’Europa ed al mondo.
Mi
impegno personalmente al rispetto dei risultati della vostra scelta
democratica, qualsiasi essi siano. Sono assolutamente fiducioso che
la vostra scelta onorerà la storia del nostro paese e manderà un
messaggio di dignità al mondo.
In questi momenti critici dobbiamo tutti ricordare che l’Europa è la casa comune dei popoli. Che in Europa non ci sono proprietari ed ospiti.
In questi momenti critici dobbiamo tutti ricordare che l’Europa è la casa comune dei popoli. Che in Europa non ci sono proprietari ed ospiti.
La
Grecia è e rimarrà una parte fondamentale dell’Europa, e l’Europa
è una parte della Grecia. Ma senza democrazia, l’europa sarebbe
un’europa senza identità e senza bussola.
Vi
invito a mostrare unità nazionale e calma e fare la scelta
giusta.
Per noi, per le generazioni future, per la storia dei greci.
Per la sovranità e la dignità del nostro popolo.»
Per noi, per le generazioni future, per la storia dei greci.
Per la sovranità e la dignità del nostro popolo.»
Alexis
Tsipras
Atene,
27 giugno 2015
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