Quello
della Sicilia è l'appendice di un problema che riguarda il fenomeno
del mezzogiorno ..Quello del mezzogiorno riguarda l'intero nostro
Paese che ha trascurato le valide iniziative per un suo naturale sviluppo...Quello Nazionale rimane un problema ormai legato
all'Europa ed alla globalizzazione...Ed infine.. quello
internazionale parte da una questione di crisi di tutto il sistema
mondiale.
Pensare
che in Sicilia..come nella nostra Nazione... possa cambiare il
percorso politico attraverso una figura, equivale a non aver ancora
intuito il pericolo di quel meccanismo che ci imprigiona e che
condiziona un percorso politico più sicuro e funzionale.
Quando
alla Sicilia si tolgono le potenziali possibilità di sviluppo
costruite sull'agricoltura ed il turismo ed all'indotto che vi gira
intorno..non approntando efficienti reti di trasporto ed utili
infrastrutture... e quando nell'intero Paese si viene condizionati da
sistemi e parametri innaturali che bloccano l'essenziale valore sulla
quale si è costruita per anni una qualità, ci si potrà scordare di
essere competitivi e quindi di svilupparsi in modo consono ed
adatto…La crisi è sicuramente sistemica ed andrebbe combattuta
contro un criterio che blocca un naturale procedimento di crescita
costruito su valori ed idee personali.. legate ad un contesto
territoriale e culturale.
Le
speranze di crescita restano solo un mito al di là di ogni
tentativo di voler far credere ad uno sviluppo attraverso formule e
formulette dettate da ogni premier che avanza le abituali proposte
per fronteggiare la ripresa: Questa è in sè la vera ragione per la quale costoro possono essere identificati come i sostenitori di una politica falsa ed ipocrita.
Se nel Mezzogiorno ..territorio più
povero, ma potenzialmente ricco di naturali risorse ...occorrono
precise ed adatte infrastrutture, per l'intero Paese sarebbe
opportuno lottare a difesa del valore principe che lo ha fatto
crescere..ossia quella particolare qualità.. unità alla naturale
genialità che nel passato lo ha sempre messo in luce. Ma sia l'uno
che l'altra appaiono bloccate da un processo di sviluppo che segue
illogiche strade semplificative e appianate da incomprensibili
parametri.
I
valori..ormai del tutto trascurati.. potrebbero, al contrario,
spingere ad una trasformazione dello stesso sistema che non può più
identificarsi in quel meccanismo costruito su una competitività
finanziaria tendente ad escludere un più naturale processo di
economia reale. Il
problema principale sta nel fatto che la politica non si è mai
veramente interessata a regolamentare il sistema finanziario e
bancario. In teoria si può affermare che una delle principali cause
della povertà sia dovuta alle banche, ma ciò non sempre rispecchia
la realtà, anche perché le motivazioni dei fenomeni come la povertà
sono molteplici e molto più legate a cattive scelte politiche.
La
politica del nostro Paese ha sempre preso la strada più breve,
comoda e meno impegnativa dell’esterofilia, agganciandosi ai
sistemi finanziari Americani e dei paesi più ricchi, dimenticando
l’approfondimento della problematica anche in relazione al tema
sociale e culturale... dimenticando il pericolo imminente di un
possibile default. L’indirizzo politico degli istituti bancari del
nostro Paese sembra non aver mai preso alcuna strada in proposito: Mai una economia di crescita in linea con la realtà, nessun impegno adeguato verso un
intervento a favore dello sviluppo reale delle aziende.
Da
qui si evidenzia la responsabilità di un sistema che deve potersi
cambiare a favore ed a sostegno di una vera economia e delle esigenze
di una società più equa. Ma pensare di poter cambiare ciò solo
attraverso la rigenerazione di nuove figure non è sufficiente.
Al
di là degli ultimi avvenimenti politici accaduti alla regione
Sicilia che vedono coinvolta la figura del presidente Crocetta..i
molteplici problemi che interessano la politica di questa isola sono
legati al metodo attraverso il quale si procede verso un percorso
politico vecchio e stantio che continua e continuerà a premiare la
politica degli interessi e dei ricatti ..ma non di certo una
funzionalità a beneficio della cittadinanza..Crediamo davvero che
una figura diversa potrà risolvere tutto ciò ..se non si cambia il
meccanismo con il quale si continua a procedere?
Per la
nostra Nazione..il problema rimane identico ..ed è davvero
inverosimile non accorgersi di come si possa restare bloccati..senza
reagire, da una visione poco attenta di un'Europa che costringe il
nostro Paese a comprimere le nostre risorse qualitative per
un'evidente sistema che premia interessi valutati solo per numeri.
Più
che un tentativo di crescita....sembra l'epilogo di una società che
pare volersi consumare in modo alquanto masochista.
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