15 set 2015

Renzi... e quel principio machiavellico nella societa globalizzata


di vincenzo cacopardo
E' difficile toccare l'argomento riguardante il nostro Premier senza essere considerati gufi o negativi verso un cambiamento. Quando parliamo di come Renzi procede nella sua opera di rinnovamento veniamo mal interpretati e restiamo vittime di un Paese che vive solo di dure contrapposizioni esaltando o buttando giù senza alcuna via di mezzo.

L'operazione che il sindaco d'Italia, Matteo Renzi, conduce ormai da qualche anno... altro non è che un intervento voluto da un processo di globalizzazione che si muove per accompagnare la politica ed il mondo imprenditoriale al fine di semplificare le strade che ogni processo democratico.. invero.. tende a rallentare. E' la strada Machiavellica di chi si impone giustificando i mezzi per un fine!... Il fine è di certo quello di dare più forza al comando... ossia ad una governabilità in un processo istituzionale che vede nel Parlamento rallentamenti poco graditi.. in un mondo dove la parola d'ordine è la dura lotta alla concorrenza e quello che conta, oltre al risultato, è il tempo in cui lo raggiungi. Quello che fa specie è proprio il fatto che nulla si fa per cercare di porre rimedio ad un processo istituzionale che si voglia democratico (riforma dei partiti- differenziare i ruoli eliminando conflitti e compromessi).. se non porre categoricamente più forza ad una governabilità.

In questi processi, come quello operato da Renzi, l'unico principio è quello di correre verso le soluzioni, al di là di quello che esse possono portare come reazione, sono processi che non possono guardare ad una qualità..sia che si tratti di operare al fine di un bene sociale ..che economico o culturale. La conseguenza è quella di perdere ogni contatto con la qualità ed ogni visione lungimirante.. poiché la fretta non mette in condizione di farlo. Quello che oggi si avverte è soprattutto la perdita di una percezione che non aiuta a guardare in prospettiva ..ma solo al momento!

Oggi la politica tende a muoversi di frequente e con prepotenza, nella comune logica machiavellica, esaltando il fine e mortificandosi nell‘uso dei mezzi più disperati ed assurdi: Il concetto assoluto di una governabilità sembra uno di questi fini che prescinde da ogni sensato mezzo usato per il suo compimento. La politica odierna sembra ingabbiata in questa logica ricercando più spesso un risultato finale e non tenendo in ben più alta considerazione i mezzi che vengono usati per lo svolgimento del suo compito. Un insegnamento non del tutto positivo per il futuro dei nostri giovani poichè il messaggio di Machiavelli deve sapersi interpretare non prescindendo dai singoli casi e dalle azioni.

Il paragone che calza è sicuramente quello che ci porta alla nuova politica industriale di Marchionne(di cui il premier, non a caso, è un ammiratore) e che ci dà la chiara visione di un processo di industralizzazione che guarda esclusivamente ai profitti attraverso libere regole di un mercato globalizzato senza porsi alcun problema sulla qualità della vita che si sviluppa intorno...Nel caso della nuova Fiat, dopo anni di contributi forniti dal nostro Stato, Marchionne... è andato avanti inserendosi in quel nuovo meccanismo fatto di fusioni industriali e finanziarie, ed ha smantellato con determinazione la vecchia fabbrica, imponendo ai sindacati un nuovo modello di relazioni industriali. Un processo del tutto nuovo rispetto al passato che ha visto nel manager prendere atto di un cambiamento e assoggettarsi a quel principio di una globalizzazione che pare giustificare ogni mezzo.

La globalizzazione ha imposto questo modello di crescita e non possiamo farne una colpa a Marchionne... se non guardare il personaggio come colui che sfrutta con cinismo i nuovi principi al fine di crearsi più immagine e enormi remunerazioni. Questa è una realtà diversa!

Ma quando questi processi vengono esaltati in politica attraverso operazioni promosse da un premier per porre un rinnovamento come si trattasse di rinnovare un'azienda, e quando i mezzi che vengono usati sono quelli di una selvaggia globalizzazione che guarda alla semplificazione per facilitare il processo.. i termini cambiano e la qualità della vita che si sviluppa intorno conta!

Renzi crede che solo con questi principi il processo di cambiamento può avere un senso: La sua parola d'ordine è cambiare in fretta! E' chiaro che in questi termini ogni possibile valenza qualitativa andrà a perdersi e quando ciò viene operato in un contesto sociale (e non industriale) il pericolo è quello di perdere ogni contatto con le vere esigenze di una società e con il suo futuro. Se anche la sua visione di cambiamento verrà risolta in termini di PIL e debito pubblico, resterà l'handicap di una crescente forbice di disuguaglianza all'interno del paese. Un Paese che non potrà crescere senza l'uso della forza dei propri valori qualitativi.

La sua gita in America per assistere alla finale degli Open tutta italiana, al di là dei costi, non può essere che criticata per un semplice motivo di opportunità. Prima di considerare l'opportunità sui costi..sarebbe stato utile..sul piano della sensibilità politica..considerare l'opportunità sul gesto. Mentre nell’ambito della sfera del privato sussiste l’uguaglianza tra l’essere e il sembrare, nella sfera pubblica tale corrispondenza viene meno: azioni che hanno come fine il bene della società sembrano per questi ultimi perseguire fini opposti. Per questo..oggi ..un premier deve dimostrarsi umile e fedele ai principi del proprio Paese, nel senso che deve comportarsi in modo tale da ingenerare in chi considera i suoi atti.. il convincimento che questi ultimi sono ispirati a sani valori. La società politica della nostra nazione non può esistere senza che questi valori vengano affermati e riconosciuti.

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