16 set 2015

“Voleva la rivoluzione..creò il casino” di Renato Campisi

Un libro da leggere

Dal recente libro scritto da Renato Campisi, attento giornalista e conoscitore dei problemi di mafia e della politica regionale, dal titolo: “Voleva la rivoluzione..creò il casino” edito Città Mia 2015..dedicato al presidente della regione Crocetta, mi ha hanno colpito alcune note significative riferite al capitolo dell'Expo.

Nella lettura del capitolo si evince l'assoluta mancanza di coordinamento e l'incapacità della politica locale regionale di saper affrontare con prevenzione e logica quello che sarebbe dovuto essere il fiore all'occhiello dell'inquilino di palazzo d'Orleans..sempre più alle prese con i suoi rimpasti di governo. Crocetta sembra quasi baloccarsi offrendo incarichi che volutamente scompigliano l'ordine politico all'interno del suo governo. La confusione regna sovrana in quello che pare voler essere il feudo di un politico che non riesce a condurre con equilibrio  un programma così delicato come quello della realizzazione di uno Stand dell'Expo nelle intenzioni del suo stesso governo e che dovrebbe esprimersi come una fondamentale vetrina all'occhio del mondo.

Campisi scrive:

Doveva essere un giorno di festa. Non solo perchè coincideva con il primo di Maggio, ma perchè avrebbe dovuto rappresentare il momento della riscossa.Quello voluto dai duri che, quando scendono in campo nei momenti di massima difficoltà, sono convinti di poter insegnare al mondo intero come le cose devono esser fatte.”
In politica c'è sempre una spinta in più. Per distinguersi interviene la voglia di dimostrare a qualunque costo la discontinuità tra il prima e il dopo. Sostituendo l'inerzia con l'intraprendenza, la vecchia staticità con il nuovo dinamismo”

Allestita per dare risalto all'economia siciliana, ambiziosamente posta al centro del Cluster BioMediterraneo,nel quale l'agricoltura isolana si era auto- assegnata il compito di capofila di quella degli undici paesi che si affacciano sul bacino. Imponendo le sue prelibatezze e le indiscusse punte d'eccellenza partorite dalle imprese manifatturiere e da quelle di trasformazione.

"L'investimento, sebbene oneroso, andava fatto per provare a svincolare la regione dall'angolo della recessione che ha raggiunto livelli prossimi al tracollo."

"Che l'occasione fosse da non perdere lo attesta una singolare dinamicità della macchina burocratica che si metteva in moto come non aveva mai fatto in precedenza.
"In un'era in cui la Sicilia si è caratterizzata nello restituire al mittante i finanziamenti provenienti dall'Europa per mancanza di progetti, con un pregevole virtuosimo venivano recuperati otto milioni di euro comunitari che si sarebbero sommati ai primi tre. Undici milioni in totale con i quali dare massimo lustro al nuovo marketing isolano."

Il giornalista continua la sua narrazione mettendo in evidenza le strane logiche perpetrate da Crocetta che investe come coordinatore di tutte le attività dell'Expo il suo consulente personale Sami Ben Abdelaali. Azione sufficiente a porre in crisi l'intera giunta con tre assessori pronti a rimettere il mandato. I risvolti di tutta la faccenda vengono descritti con puntualità da chi asserisce, senza indugi, come l'epilogo di tutta la storia rimane in perfetta linea col prologo...evidenziandosi tutte le carenze che sembrano aver costretto alla resa l'intero compito della Regione.

Campisi chiude il suo capitolo con queste parole:
C'è un'altra domanda che resterà sospesa nel vuoto. Chi pagherà per questa ennesima occasione sprecata? Poco importa. Alla fine, scemata l'attenzione e ammortizzate le critiche, come accade nelle migliori favole a lieto fine, tutti i sopravvissuti continueranno a vivere felici e contenti.In attesa del prossimo patatrac, i siciliani, commossi, ringraziano.

Non si può che essere grati a Campisi per averci reso, attraverso questo nuovo libro, una descrizione accurata su tutta la storia.

vincenzo cacopardo

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