di vincenzo cacopardo
Il premier aveva promesso un importante ed impegnativo piano per lo sviluppo del mezzogiorno. Aveva parlato di investimenti per quasi cento miliardi in diversi anni..Un piano che sarebbe stato presentato per il mese di settembre e che pare essersi inabissato nella politica futile e semplicistica di chi continua a comunicare con l'inganno in barba alla regioni più colpite dalla profonda crisi.
Il premier aveva promesso un importante ed impegnativo piano per lo sviluppo del mezzogiorno. Aveva parlato di investimenti per quasi cento miliardi in diversi anni..Un piano che sarebbe stato presentato per il mese di settembre e che pare essersi inabissato nella politica futile e semplicistica di chi continua a comunicare con l'inganno in barba alla regioni più colpite dalla profonda crisi.
Fu
chiamato con enfasi “masterplan”(come
uso nella solita sofistica comunicazione esterofila di un premier
assai loquace) : un piano che dovrebbe cercare
di risolvere anche la complicata matassa dei quasi 100
miliardi di fondi Ue ancora non spesi.
Il suo avrebbe dovuto rappresentare un autentico contrattacco
a difesa delle complesse problematiche tutt'ora esistenti nel
Mezzogiorno, volendolsi peraltro distaccare da quel
fenomeno di emergenza permanente a difesa di tutte le critiche da
parte dei governatori delle regioni meridionali... soprattutto quelli
legati al suo Partito.
Per il Premier si sarebbe trattato dunque di
"rottamare per sempre quel piagnisteo" che
incombe da decenni puntando in direzione di interventi più mirati e
concreti. Nella sua agenda si era parlato di un varo del masterplan
da parte del suo governo per il 15/16 settembre in anticipazione
della legge di stabilità e di
cui non si è vista ombra. Nella fattispecie.. il piano prevedeva investimenti
per i cantieri e per le infrastrutture portuali, stanziamenti per la
rete stradale e ferroviaria e gli interventi per fronteggiare le
crisi industriali non risolte. Ciò che tutt'ora ci si è ritrovati
nella legge di stabilità resta fermo ad un investimento di circa 400
milioni per lo smaltimento delle ecoballe dalla terra dei fuochi.
Quello che il sindaco d'Italia chiama con tono quasi
canzonatorio “il solito piagnisteo del sud” o
la "retorica
autoassolutoria del Sud abbandonato" si contrappone decisamente
con una sua comunicazione continuamente intrisa di propaganda
divulgata con enfasi assai più ridondante.
Dove è finito il piano per il Sud? post correlato: il sud per Renzi un rompicapo
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