Accompagnare
l'ingresso.. difendendo la democrazia
di vincenzo cacopardo
Che
il premier Matteo Renzi sia artefice di un mutamento..non vi è
dubbio! Ma che il suo possa davvero definirsi cambiamento
costruttivo.. non è per niente certo! Insomma... non può
definirsi vero cambiamento in positivo quando.. entrandovi nel
merito.. ci si accorge che le sue riforme sono poco conformi ad un
sistema democratico che dovrebbe avere il dovere di sostenere una
economia più equa a beneficio di tutti ed in direzione di una
crescita innovativa. La sua determinazione può anche essere
ammirevole...L' accentuata ambizione politica si scontra, però,
con una costante mancanza di idee positive per la crescita, poiché
basata su un pensiero che non guarda i principi supremi di una
ossequiente governabilità condotta dal basso. Inoltre nel suo
processo governativo si intravedono contorni privi di una ricerca più utile per un funzionale sviluppo …La sua facile parlantina
comincia a proporsi troppo monocorde..ripetitiva e monotona... meno
attraente che all'inizio del suo ingresso a capo del governo... per
chi ha ormai capito il personaggio.
Il
problema per il sindaco d'Italia rimane il fatto che pur essendosi
proposto come un rottamatore del vecchio sistema...continua ad usare
questo stesso terreno di scontro per il rinnovamento. Ciò potrebbe
anche essere un suo modo strategico di intraprendere una
pseudo-rivoluzione.. consapevole che..in altro modo.. non potrebbe ottenersi..se
non attraverso le regole dell'attuale impianto: Cambiare il sistema
con l'uso delle regole oggi esistenti al fine di modificare e rendere
efficienti le istituzioni ed il processo economico di un Paese ormai
paralizzato. Rimane comunque arduo poterlo fare con tale spocchia e
supponenza...senza quella indispensabile umiltà che aiuterebbe il
percorso...Ragioni che non lo vedono mai spiegare con tatto e rispetto al suo
Paese quali sono i veri motivi che gli impongono un tale percorso. Tende sempre a saltare ogni riferimento nel merito di ciò che impone..persino attraverso il solito ricatto di una possibile caduta del suo esecutivo che metterbbe in seria crisi una classe politica ormai allo sbando. Tutto questo continua a fare di lui un ipocrita risoluto in malafede. Ma sono
soprattutto le poche e semplicistiche idee nel suo bagaglio che
potranno porre un limite al suo cammino...
Al
contrario... la politica dei 5Stelle si è costantemente mossa con
una politica di contrasto al sistema..volendo rompere l'obsoleta
organizzazione granitica di una politica che continua a muoversi
attraverso parametri istituzionali non più consoni ad un processo di
attualità. Ma anche questa operazione di rottura trova
impedimenti... sia sul modo di procedere sulle proposte che non
trovano soluzione su valide idee...sia nel suo eterogeneo modo di
organizzare il proprio Movimento.
Il
maglio di sfondamento verso la spessa porta che tiene chiuse le mura
dell’antica fortezza sembra aver fatto il suo ingresso, ma il
Movimento 5 stelle appare drogato da una visione troppo demagogica e
dal pensiero dispotico dei suoi leaders che, nella loro concezione
virtualistica della politica, impongono regole assolute all’interno
del Movimento. La loro democrazia diretta.. appare, invero, assai poco antidemocratica e meno risolutiva…seppur convincente per
quell’opera di sfondamento. A differenza degli israeliti che
cinsero d'assedio le mura della città di Gerico e che poi
crollarono, i piccoli movimenti ed i piccoli Partiti dovrebbero
accompagnare l’ingresso del Movimento 5 stelle attraverso lo
sfondamento della principale porta d’ingresso (evitando di
distruggere le istituzioni), salvo poi staccarsene con proposte
alternative valide al cambiamento.
Per
adesso la vera battaglia che si dovrebbe operare è quella di
accompagnare in un certo senso quest’ingresso.. evitando la
dispersione delle forze che dovrebbero, unite, contrastare i principi
di un bipolarismo di chiusura definitiva (vedasi legge elettorale e
monocameralismo senza contrappesi). Il rischio alternativo è quello
di un attacco sconclusionato del grande Movimento alle irriducibili
mura…un attacco non risolutivo che potrebbe compromettere
definitivamente ogni altro successivo attacco a difesa della
democrazia del paese.
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