8 ott 2015

la rischiosa strada del "credere di sapere"

A volte..quando ascolto alcune figure del Governo presieduto da Renzi..mi vengono in mente le parole di Oscar Wilde quando riteneva alcune persone “capaci di parlare del niente.. proprio per il fatto che è ciò di cui conoscono tutto”...

Se oggi Matteo Renzi viene osannato, è solo perché lo vuole un certo potere non visibile.. che promuove le figure e muove le sue marionette in un palcoscenico in cui sembra essere il vero padrone assoluto. E’ del tutto evidente che il personaggio sia stato volutamente pompato! Per i suoi possibili legami con quei poteri e i suoi interessi per definire meglio la propria forza in seno ai grandi gruppi imprenditoriali del paese.. Il giovane politico, pur nell’apparente immagine del nuovo, sembra adeguarsi e procedere secondo le regole di un vecchio sistema.

Renzi… per la sua innovazione.. preferisce guardare al potere e non alla funzionalità di un sistema! Con furbizia e ambiguità, continua a metterla sul piano del “si o del no” senza tener conto del merito stesso delle riforme. Persevera sul definire gufo chi non la pensa come lui.. Tende a costruire una falsa contrapposizione tra chi le riforme le vuole e chi no, tralasciando il fondamentale aspetto inerente le stesse... volendo fare apparire chi non è d'accordo col le sue riforme.. alla stregua di chi non vuole un cambiamento... Ha sempre agito così.. con quella determinazione di chi è consapevole che con questa strategia potrà uscirne vincente: Approfondire meno...contrapporsi con forza.. per ottenere di più! 

Vi è poi un altro scopo da non sottovalutare..e cioè quello di dover tenere impegnata una gran massa di cittadini su questo gioco al fine di distrarla da questioni sociali più impellenti e poterla far sfogare tra urla ed offese..che al contrario, se spinte in altre direzioni, potrebbero riaccendere attenzioni e nuocere assai di più.

Per far questo il Premier Renzi, come volesse apparire paladino e vero restauratore del processo istituzionale del nostro Paese, opera attraverso tagli e soppressioni... senza mirare principalmente ai risultati qualitativi che dovrebbero trovare riscontri su una vera funzionalità del sistema: Taglia una Camera (senza in realtà fornire un vero reale progetto alla sua funzione).. si muove per una legge elettorale del tutto priva di fondamenti relativi ai principi di una democrazia (con ricchi premi di maggioranza e soglie limitate)...non si adopera per una principale riforma verso i Partiti, etc... il tutto condito da una operazione di restauro populista attraverso tagli qui e là..un po' ovunque, al fine di accogliere su di se un consenso..forte della percezione che.. in tanti oggi... ignorano la reale visione del complicato meccanismo politico istituzionale.

L'interesse.. quindi.. è soprattutto quello di distrarre...di non far pensare oltre il dovuto...di far sfogare attraverso il gioco di una palla in rete..per evitare che ci si possa impegnare con più attenzione in temi sociali molto più profondi, delicati e di interesse ad un'esistenza in comune. Credo che la domanda più chiara e semplice da rivolgere oggi ai cittadini dovrebbe essere questa: - Vogliamo vivere in un regime democratico parlamentare con interminabili discussioni che definiscono comunque una libertà sulle idee cercando di promuovere un cambiamento atto a migliorarne la funzionalità... o preferiamo quel decisionismo governativo scevro da ogni dialogo parlamentare e ristretto nelle idee?...Per farla breve un regime assoluto che prevarichi ogni dibattito in seno alle forze politiche. Teoricamente basterebbe porre questo quesito attraverso un referendum per chiudere ogni storia!..Ma la faccenda è assai più complessa, poiché per rispondere ad una tale domanda.. occorrerebbe da parte del popolo.. una preparazione sulla politica e sulle istituzioni che molti non hanno...una conoscenza cui molti non sembrano interessarsi.

Se Berlusconi è stato l’emblema di chi ha preteso di governare senza aver intuito l’importanza di una azione proveniente dal basso…Renzi, per il suo forte carattere ambizioso ed arrivista, potrebbe rappresentare la figura politica tendente ad avvalorare un identico concetto di governabilità stabilità dall’alto.. sostenuta dalla forza del suo "credere di sapere". Un inaccettabile percorso di governabilità che non potrà mai portare frutti validi e duraturi finchè una nuova politica costruttiva non metterà radici spingendoci verso un più illuminato concetto di funzionalità.


La politica non muove più passi in avanti proprio per la mancanza di una ricerca di vera innovazione... un percorso che possa veramente essere utile al funzionamento delle stesse istituzioni. Nei talk televisivi non si fa che sentire la solita cantilena sui tagli e sui costi, ma in concreto nessun politico riesce ad esprimere una nuova visione della politica attraverso una forma mentis rivoluzionaria attraverso la ricerca di nuove formule, lasciando le istituzioni in continue controproducenti anomalie.
vincenzo cacopardo

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