di vincenzo cacopardo
Non potrebbe mai esserci
la desiderata collaborazione ed il rispetto dovuto in una fase di
riforma della Costituzione come quella di oggi voluta esclusivamente
da un Premier altero.. nemmeno votato alle elezioni politiche. Poco o
niente può valere il fatto di riconoscere che.. al momento.. non si
intravede alcun altro politico capace di imporsi con tale determinazione e fermezza..non lontana da un'arroganza. Bisognerebbe prendere
esempio da politici come De Gasperi, per riconoscere la grande
percezione su temi tanto delicati...quanto circondati da conflitti e
possibili anomalie: Ricordiamoci che.. esaurita la fase preparatoria, De Gasperi partiva
con un’Assemblea Costituente nella quale la sua DC aveva la maggioranza
relativa dei seggi (207), ma rimaneva indietro di 12 unità rispetto
al blocco socialcomunista (219 deputati).
Certo i tempi sono molto cambiati... ma è lo spirito della Costituzione che non può che rimanere lo stesso di quello che animò i padri costituenti..e cioè quello che vede nei valori comuni della nostra società (una società sicuramente cresciuta) un punto di incontro dal quale non ci si può estraniare. Valori che impongono chiari principi ed un rispetto sia nel metodo che nel merito.
Nel merito: De Gasperi,
senza essere un giurista.. nè un costituzionalista, aveva comunque idee molto
chiare di politica costituzionale, e soprattutto la dura esperienza
dal primo dopoguerra alla sconfitta del fascismo e del nazismo, lo
avevano convinto che presupposto indeclinabile della ricostruzione
italiana era, nelle nuove leggi fondamentali, l’instaurazione di
una democrazia fondata sulla libertà, bene supremo. Inoltre la
democrazia rappresentativa, espressa dal suffragio universale,
fondata sull’eguaglianza dei diritti e dei doveri, doveva essere animata dallo
spirito di fraternità. Si doveva affermare anche la netta
distinzione dei poteri dello Stato, efficace garanzia della libertà
politica.
Nel metodo: De Gasperi,
allora Presidente del Consiglio per tutta la durata dell’Assemblea
costituente, apparve come estraniato dal lavoro di formazione del
testo costituzionale, tanto che l’on. Palmiro Togliatti ebbe poi a
sottolineare, ma a torto, una sorta di indifferenza di De Gasperi per
i problemi costituzionali. In realtà, l’allora Presidente del
Consiglio scelse di proposito una linea di non interferenza
governativa nell'elaborazione della nuova Costituzione, con un
riguardo giustificato anche dall’eterogeneità delle componenti
partitiche dell’esecutivo. Questo scrupolo di non mescolare
attività di governo ed attività costituente si rivelò
particolarmente avveduto dopo la svolta del maggio 1947, realizzata
con l’avvento del Ministero De Gasperi-Einaudi, per meglio
affermare la distinzione dei due livelli di azione dell’Assemblea,
garantendo la continuità di clima collaborativo nella fase
conclusiva del lavoro delicato offerto in favore della nuova
Costituzione.
Tutto ciò che oggi possiamo esser sicuri di non vedere e che... per l'arroganza di un premier.. trascina il dibattito politico di una riforma di particolare riguardo..come quella costituzionale.. in un orribile spettacolo.
Tutto ciò che oggi possiamo esser sicuri di non vedere e che... per l'arroganza di un premier.. trascina il dibattito politico di una riforma di particolare riguardo..come quella costituzionale.. in un orribile spettacolo.
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