29 ott 2015

Mineo...Lo strappo di chi rimane coerente al proprio pensiero

di vincenzo cacopardo
Corradino Mineo si stacca dal partito democratico e lascia il gruppo augurando buon lavoro a tutti …Il senatore, a differenza di Bersani che rimprovera costantemente il proprio partito che si sta isolando senza mai reagire, dimostra di avere più personalità e carattere politico. Il suo distacco sarà stato sicuramente traumatico per chi come lui ha sempre seguito la strada di una sinistra storica. 
La sua è comunque una risposta secca al senatore capogruppo Zanda (totalmente sottomesso al governo del suo segretario) che ha sempre cercato di ridurre le posizioni politiche in una semplice questione disciplinare: Zanda attraverso un'assemblea di partito avrebbe stilato una lista di dissidenti dividendoli in buoni e cattivi ed inserendo Mineo in quella più indegna...asserendo che se il Partito non espelle nessuno può ritenere incompatibili certe figure.


Queste le sue parole dirette al Partito
Nel 2013 ho accettato la candidatura come capolista in Sicilia e sono stato eletto in Senato con il Pd, partito che allora parlava di una "Italia Bene Comune". Non amo i salta fossi e quando il segretario-premier ha modificato geneticamente quel partito, provocando una scissione silenziosa, aprendo a potentati locali e comitati d'affare, e usando la direzione come una sorta di ufficio stampa di Palazzo Chigi, ho continuato a condurre la mia battaglia nel gruppo con il quale ero stato eletto.
Però è vero che ho votato troppe volte in dissenso: sulla scuola, la riforma costituzionale, l'Italicum, il jobs act, la Rai. Ed è vero che una nutrita minoranza interna, che sembrava condividere alcune delle mie idee, si è ormai ridotta a un gioco solo tattico, lanciando il sasso (ieri sulla legge costituzionale, oggi sulla legge di stabilità) per poi ritirare la mano.
Ieri, poi, Luigi Zanda mi ha dedicato - senza avvertire né me né altri di quale fosse l'ordine del giorno - una intera assemblea, cercando di ridurre le mie posizioni politiche a una semplice questione disciplinare, stilando la lista dei dissidenti "buoni", Amati, Casson e Tocci e del "cattivo", Mineo. Il Pd non espelle nessuno - ha detto Zanda - ma nelle conclusioni ha parlato di "incompatibilità" tra me e il lavoro del gruppo. Non espulsione, dunque, ma dimissioni fortemente raccomandate.
Come deluderlo? Da oggi lascio il gruppo, auguro buon lavoro ai senatori democratici e continuerò la mia battaglia in Senato, cominciando dalla legge di stabilità che, come dice Bersani, "sta isolando il Pd".

Mineo, oltre a dimostrare coraggio, sembra manifestare tutta la sua coerenza.. ormai stanco di dover sopportare i dictat di un governo che impone al suo stesso Partito riforme di tipo costituzionale che non possono ridursi in un Parlamento dove il proprio pensiero dovrebbe esprimersi nella libera interpretazione di quei principi fondamentali per la salvaguardia della democrazia.

Nel Partito che si professa democratico non paiono esistere libere scelte di pensiero, ma solo ordini di scuderia. Tanto di cappello a chi come il senatore Mineo dimostra di avere coerenza e forte personalità politica.


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