di vincenzo cacopardo
L'Istat,
ci dice che il 10,2% delle famiglie si continua a trovare in ritardo
con i pagamenti delle bollette per le utenze domestiche e che tra
queste il 16,9% si è trovata in arretrato con il pagamento
dell'affitto; il 6,3% delle famiglie con il mutuo da pagare si è
trovato infine in arretrato con la rata.
Gli
oneri si moltiplicano ed i redditi non aiutano. le categorie di
famiglie maggiormente interessate dal problema sono quelle della
fascia di reddito, più povero (29,2% sono state in arretrato con le
spese per la casa, pari a 1 milione e 505mila famiglie) e, più in
generale, quelle in affitto (27,6%, 1 milione e 320mila) o quelle
gravate da un mutuo per la casa (14,8%, 561mila). Le spese per
l'abitazione come quelle per il condominio, il riscaldamento, il
gas, l'acqua, manutenzione ordinaria, elettricità, affitto, mutuo)
costituiscono infatti una delle voci principali del bilancio
familiare. Nel 2014, l'esborso medio di una famiglia per queste spese
è stato di 357 euro mensili, a fronte di un reddito netto (al netto
delle poste figurative) di 2.460 euro mensili, con un peso del 14,5%.
Le spese risultano più onerose nel Nord (15,2%) e nei comuni centri
di aree metropolitane (16,1%).
Sono
di oggi i dati istat relativi al terzo trimestre che si fermano allo 0, 2%
rispetto ad una previsione ben diversa e più alta. Rimane comunque
un risultato con un + e questo pone fiducia..ma non può bastare!
Non
è solo... ponendo i dati del PIL sopra ogni altra voce...che si può
rendere soddisfazione al nostro Paese.. se si evita di mettere in evidenza lo stato
di difficoltà di una grande parte dei cittadini spesso sottovalutato
da chi opera per governare il Paese. Gli indubbi pericoli sono
quelli che vedono da tempo una grande differenza tra il nord ed il
sud del Paese ed una forbice tra ricchezza e povertà che aumenta
inesorabilmente. Sintomo di una politica che guarda esclusivamente a
principi e parametri in un contesto economico europeo... trascurando una
crescita reale fondata su idee e innovazione... perseverando nel
trascurare lo sviluppo naturale di un mezzogiorno privo di essenziali
infrastrutture.
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