22 nov 2015

Un conflitto di religione o una ribellione politica sociale?

Per smantellare il conflitto all'interno del mondo islamico occorrerebbe innanzitutto  abbandonare l'identificazione tra la sfera sociale e quella religiosa.Oggi i Sunniti costituiscono rispettivamente l’85% e gli Sciiti il 15% del mondo islamico. Ma qual è la differenza di fondo che separa questi due ambiti religiosi?

di vincenzo cacopardo


Per intendersi..sarebbe più corretto premettere che tutti sono musulmani e credono nel Corano come definitiva rivelazione di Dio all’umanità e in Muhammad (Maometto) come ultimo Profeta. Ambedue usano pregare cinque volte al giorno, digiunano nel mese di Ramadan, fanno l’elemosina e vanno in pellegrinaggio alla Mecca. La diversa concezione religiosa degli sciiti resta quella trasmissione autoritaria al cugino e genero di Alì e di lì alla sua famiglia. Per i sunniti invece l’autorità è rimasta nel Corano e nell’esempio del Profeta, interpretata dalla comunità e dai suoi esperti religiosi. Se sul piano teologico gli sciiti sostengono una rivelazione coranica composta da un senso esteriore, letterale, e di un nucleo interiore, spirituale, per i sunniti invece “la mano di Dio è con la comunità”: Muhammad resta il testimone originario della rivelazione. Per gli sciiti Muhammad avrebbe designato ‘Alî come suo successore (califfo) alla guida della comunità islamica, mentre per i sunniti Muhammad non avrebbe dato nessuna disposizione specifica in proposito.

Detto questo rimane un forte dubbio che tali differenze possano creare tanto astio e la composizione di cellule terroristiche spinte oltre l'inverosimile. Per noi Occidentali...se dobbiamo dare un senso alla parola religione, resta difficile poter comprendere ciò e scorgere come nella comunità islamica possano confondersi autorità religiosa e politica.

Non sono in pochi, come tral'altro il sottoscritto, a pensare che tali divergenze rimangono questioni prevalentemente politiche ..più che religiose..Una questione per certi versi anche sociale che investe i paesi dell'Oriente che si sentono vessati da un Occidente che per cultura e modernità e temi sociali avanzano verso il futuro in barba a principi che loro difficilmente possono comprendere e condividere.

La divisione sunniti-sciiti non può spiegare in toto la tremenda realtà di tutto quello che sta avvenendo in questo periodo in Medio Oriente. Appare assai semplificativo ridurre il tutto in questa ottica riduttiva. Nel passato le comunità orientali hanno alternato momenti di convivenza più o meno stabile a periodi di forte contrapposizione e questo è avvenuto persino in funzione del mutare delle differenti condizioni politiche. La domanda che nascerebbe spontanea sarebbe: Per disarmare il conflitto religioso tra sunniti e sciiti è necessario privarlo della sua componente politica? Rinunciando in tal modo a quell’identificazione tra la sfera secolare religiosa e quella dell’Islam politico?

Comunque la si voglia pensare l'argomento è assai delicato, ma pone grandi dubbi su come si potrebbero muoversi in quest'ambito le forze terroristiche del'ISIS: E cioè..se, nascondendosi più agevolmente dietro una religione, in realtà manovrano per un'azione di tipo sociale che muove in modo alquanto feroce nei confronti di una società Occidentale per un preciso fondamento di stampo politico: Questa particolare strategia li coprirebbe dall'opinione di un Islam più radicale e, nel contempo, li agevolirebbe sul pensiero di una gran parte della popolazione Orientale che soffre per le condizioni difficili di un territorio continuamente dilaniato da ripetute guerre.
Sembrerebbe essere un conflitto colorato strategicamente da culto, ma voluto a scopo politico.. e forse per questo anche finanziato da forze politiche legate all'Occidente. Ciò potrebbe spiegare perchè anche una parte debole dei cittadini dello stesso Occidente..che soffre per iniquità ed ingiustizia.. si senta persino trascinata in questa lotta tutt'altro che ideologica.   

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