6 nov 2015

Un “Masterplan”..organizzativo per il mezzogiorno..


...non ancora definito nella progettualita infrastrutturale...
di vincenzo cacopardo

Sembra che Renzi...quando non trova soluzioni ed idee soddisfacenti si rifuggia nelle consuete espressioni in inglese..Come per le riforme sul lavoro..definite “Job's act” ..sull'annoso problema del Mezzogiorno se ne esce con un “Masterplan”..Il suo esternare in modo eclatante lo slang britannico...gli serve per nascondere evidenti difficoltà.

Per questo decantato “Masterplan” sembrano non mancare le risorse (ma forse le più importanti idee congeniali) Tra Fondi strutturali (FESR e FSE) 2014-20 pari a 56,2 miliardi di euro, di cui 32,2 miliardi di euro europei e 24 miliardi nazionali, cui si aggiungono fondi di cofinanziamento regionale per 4,3 miliardi di euro, e Fondo Sviluppo e Coesione, per il quale sono già oggi disponibili 39 miliardi di euro sulla programmazione 2014-20, stiamo parlando in totale di circa 95 miliardi di euro a disposizione da qui al 2023 per politiche di sviluppo.
Ma saranno tutti realmente disponibili per il sud?

Pare vi sia la volontà di mettere in gioco nel solo 2016 investimenti per oltre 11 miliardi di euro, di cui almeno 7 per interventi nel Mezzogiorno... Tali risorse saranno essenziali anche per mobilitare capitali privati, nazionali e internazionali, che vogliano cogliere le opportunità di crescita del Mezzogiorno...In questa ottica, vista anche la possibilità di mobilitare capitali privati, non si capiscono per nulla le perplessità sulla partecipazione alla costruzione del Ponte!

Naturalmente la politica di Renzi ha sempre giocato sugli investimenti in genere e non si è fin'ora soffermata su un preciso piano di sviluppo studiato dal sua governo in favore di una ricerca effettiva delle infrastrutture di cui il sud necessita.. vogliamo quindi sperare che il Governo interverrà organizzando e guidando quella Cabina di RegiaStato-Regioni al fine di collocare le risorse in modo da ottimizzare le sinergie con i Fondi strutturali su programmi operativi nazionali e regionali validi.

Il piano di intervento per il sud potrà avere (forse) i fondi da qui al 2023... (tempi che con molta probabilità saremo abituati a vedere allungarsi)....ma come verrano usati? Dovrebbero essere diretti attraverso un minimo di progettualità e di metodologia oltre che di coesione...individuando le necessarie infrastrutture primarie necessarie. Secondo i piani..la Cabina di Regia.. si avvarrà del Dipartimento per le politiche di coesione e dell’Agenzia per la coesione territoriale delle cui strutture si sta accelerando il completamento.

Cabina di Regia, Dipartimento e Agenzia..dovrebbero lavorare a stretto contatto con le amministrazioni centrali e con quelle regionali e locali per dare impulso all’azione amministrativa e per rimuovere ostacoli procedurali e accelerare i processi di autorizzazione. Ma qui nasce spontanea una domanda, poiché si pone il problema di una collaborazione attiva delle amministrazioni regionali e locali..soprattutto in concomitanza con i pasticci che potrebbero sorgere dopo le riforme che vedono alcune regioni reagire e determinare un vuoto politico non esattamente in grado di offrire la giusta collaborazione...Il problema del sud non sta solo nelle risorse, ma soprattutto nel metodo più coerente e giusto di un progetto valido per dar vita alle essenziali infrastrutture.

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