7 nov 2015

Una nota al commento di Domenico Cacopardo sull' 'HuffPost sul caso Tavecchio


E' sempre strano percepire da parte del cugino Domenico Cacopardo, (indiscussa figura di prestigio e cultura) il non aver ancora compreso il carattere opportunistico del sindaco d'Italia- premier -segretario del partito di maggioranza- e padrone assoluto di una politica a trazione autoritaria...che nutre un'amicizia col presidente del Coni e che pare così poco attento a questi pericolosi temi discriminatori nel mondo dello sport.

Vorrei essere smentito, ma credo che una risposta positiva alla lettera di Domenico, non arriverà mai, poiché Renzi si muove solo in modo interessato, non rischiando alcunchè.. avendo già sicuramente pesato l'impegno di una simile iniziativa in attinenza con un ritorno della sua immagine. Un mondo del calcio che spesso si è mosso e si muove in modo sotterraneo con interessi che lambiscono in modo deciso il terreno della politica. 

Del resto..Renzi ha già risposto come risponde un primo ministro in politichese.. (poiché ormai esperto nelle regole del gioco)... che il potere politico non può intervenire nei confronti del mondo sportivo perché le federazioni internazionali sembrano avere delle regole precise. In proposito ha dichiarato quello che pensa: “Rispetto il mondo dello sport che deve fare le sue valutazioni, ma queste parole non le posso accettare..nè condividerle".

Ciò può bastare?
Non v'è alcun dubbio sulle discriminazioni in riferimento all'articolo 1 dello statuto sulla reiterazione di fatti messo in evidenza da Domenico Cacopardo, ma nutro molti dubbi che il presidente del Consiglio possa decidere di intervenire imponendo per decreto-legge l'inserimento di una norma a salvaguardia negli statuti sportivi per interesse pubblico al fine di rimuovere dalla responsabilità di presidente della Figc. Nemmeno il presidente del CONI Malagò..(amico dichiarato del Premier), pare poter intervenire in questa dinamica elettiva particolare. Un tema, che a detta dello stesso Malagò..non dipende da lui, ma da chi vota un soggetto nell'assemblea.

Se vi è un modo di intervenire..in considerazione delle continue esitazioni di Renzi su un decreto del suo governo, è proprio quello dell'ambito politico parlamentare... con una normativa adatta allo scopo, spinta da qualche leader di Partito che ne senta la necessità e che percepisca meglio e più del premier l'entità ed il pericolo di tali continue esternazioni discriminatorie.
vincenzo cacopardo



Perché Renzi resta in silenzio sul caso Tavecchio?
(Dai commenti originali e le analisi in tempo reale a cura delle firme dell'HuffPost )

Dunque, Renzi se l'è incartate e non ha più parlato. S'è incartato le discutibili parole di Carlo Tavecchio su ebrei e gay, e l'inaccettabile e infondata dichiarazione di impotenza di Giovanni Malagò, contestabile e contestata alla luce degli statuti di Coni e Federcalcio.

L'art. 1 del vigente statuto dispone: "Il Coni inoltre assume e promuove le opportune iniziative contro ogni forma di discriminazione e di violenza nello sport". E l'art. 5, comma 2, lettera e-ter (il consiglio) "... delibera, su proposta della giunta nazionale, il commissariamento delle Federazioni sportive nazionali o delle Discipline sportive associate, in caso di ... gravi violazioni dell'ordinamento sportivo da parte degli organi direttivi ..." e non c'è dubbio che il presidente della Figc con proprie dichiarazioni razziste abbia messo in atto un comportamento discriminatorio in violazione dell'art. 1.

Non un unico fatto, ma una reiterazione di fatti tale da qualificare un comportamento razzista.Certo, il diritto non è scienza matematica e si possono trovare tecnici della materia capaci di sostenere le tesi più paradossali. Ma il fatto concreto è che lo statuto del Coni prevede la possibilità di commissariare e che l'unico vero problema tecnico è quello di adottare un provvedimento ben motivato, soprattutto sul fronte dell'interesse pubblico sportivo a rimuovere dalla responsabilità di presidente della Figc un personaggio che ripropone ogni piè sospinto dichiarazioni razziste e antigender ("Le calciatrici tutte lesbiche"). Ma gli statuti di Coni e Federcalcio riservano un'altra inaccettabile sorpresa: manca una norma sulla necessità che i dirigenti sportivi rispondano pienamente ai requisiti di onorabilità (e mancanza di precedenti penali) in uso ormai in tutte le organizzazioni di interesse nazionale.

Ci sarebbe quindi molto da fare e da fare bene, se il presidente del Consiglio decidesse di intervenire magari imponendo per decreto-legge l'inserimento di una norma del genere negli statuti sportivi.

Il silenzio di Renzi, dopo l'iniziale indignazione, non è un buon segno, ma non vogliamo mettere il carro davanti ai buoi: aspetteremo ancora un po' per vedere se e come reagirà.

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